Un dialogo artistico sull’identità della donna contemporanea: A Feminine Lexicon, la mostra digitale accessibile dal 20 maggio curata da Pia Diamandis ed Elena Tortelli.
A Feminine Lexicon: un linguaggio eterogeneo capace di riconoscere le sfaccettature dell’identità femminile contemporanea
Il progetto è un intenso dialogo artistico che tra le sue trame intreccia arte, cultura, moda e società, una mostra curata da Pia Diamandis e Elena Tortelli, studentesse dell’Istituto Marangoni di Firenze. E’ un dialogo a più voci, ovvero quelle di 11 artiste internazionali, volto a creare un linguaggio eterogeneo capace di riconoscere molteplici sfaccettature dell’identità femminile contemporanea.
Nasce dalla proposta del Museo Salvatore Ferragamo di dare una risposta all’assist lanciato da Donne in equilibro, una riflessione artistica, curata da Stefania Ricci ed Elvira Valleri, (aperta dal 20 maggio al Museo Salvatore Ferragamo), sul ruolo della donna nell’Italia del boom economico. La sua identità, divisa tra modelli di femminilità tradizionale e un’immagine contemporanea tesa tra la conciliazione di famiglia e lavoro, diventa la portavoce di un dialogo a più voci, quelle delle undici artiste internazionali coinvolte nel progetto chiamate ad offrire il proprio punto di vista.
E’ l’intreccio perfetto tra culture, background e visioni differenti, ovvero gli strumenti preziosi per sviscerare l’urgenza di una tematica che non sembra conoscere confini cronologici e creare all’interno di una stessa cornice curatoriale. Parliamo di un lessico transnazionale, eterogeneo, incompleto, ma capace di riconoscere molteplici sfaccettature dell’identità femminile contemporanea.
Spiega Elena Tortelli, la co-curatrice, che: “Ciò che ha reso interessante A Feminine Lexicon è stata la possibilità di esplorare le prospettive di diverse menti creative. Le undici artiste, con le loro diverse personalità, culture e background, hanno fatto un ampio discorso intorno al tema della femminilità. Le spiegazioni delle opere provengono direttamente dalle parole e dalle voci delle artiste. E questa opportunità di ascoltare la loro prospettiva è ciò che fa la differenza nell’esperienza della mostra”.
Valeria Muratori