A trent’anni di distanza da Il Re Leone, uscito nel 1994, il regista premio Oscar Barry Jenkins dirige Mufasa – Il Re Leone, prequel del capolavoro targato Disney. Lo fa attraverso le nuove tecnologie di computer grafica, in continuità con il remake “Live Action” (se così possiamo definirlo) dell’iconico film su Simba e la sua ascesa a Re. Mufasa – Il Re Leone uscirà nelle sale il 19 dicembre con Disney e racconta l’infanzia e l’ascesa del piccolo re ponendo l’attenzione sul rapporto con il giovane principe Taka (colui che poi diventerà Scar). “Ho dedicato più di quattro anni della mia vita alla realizzazione del film. Parla di famiglia, del senso della comunità e di come si elabora un lutto. Tutti temi che reputo fondamentali per i bambini, il pubblico a cui è destinato il film. Ringrazio Disney per avermi dato la possibilità di realizzare Mufasa” ha detto il regista premio Oscar.

Non so perché abbiano proprio voluto me per dirigere Mufasa. Inizialmente ho rifiutato senza neanche leggere la sceneggiatura. Ma quando la Disney chiama, ci pensi due volti e capisci che la Disney non si può rifiutare, anche solo per tutto ciò che rappresenta. Mia moglie mi ha convinto dicendomi che era infantile rifiutare senza neanche leggere lo script. Ed è stato lì che, dopo aver letto 40 minuti di film, ho capito il potenziale di questo prequel” ha continuato a raccontare Barry Jenkins. “Siamo la prima generazione di registi indipendenti [il riferimento è a lui, Gerwig e Zhao] cresciuta con i prodotti mainstream e in tutto il mondo, qualsiasi sia la lingua, il gesto di Rafiki che alza Simba è riconoscibilissimo. Questa identità e simbolismo globale mi hanno convinto a dirigere il film.

Barry Jenkins racconta il suo Mufasa

Il regista di Mufasa Barry Jenkins

Sono ovviamente cresciuto con Il Re Leone. Ma anche La Sirenetta e Fantasia sono tra i miei titoli preferiti della Disney. Il mondo è cambiato e ora è più complesso e sta a noi mostrare questa complessità ai giovani. Mufasa diventa un leader pur essendo stato adottato e questo è un messaggio molto potente. Insegna come si possa diventare importanti per gli altri a discapito delle nostre origini“. Lin-Manuel Miranda ha curato la colonna sonora del film: “Il lavoro di Manuel è stato incredibile come lo è stato quello di tutta la crew. Mufasa parla di come ci si possa costruire una famiglia diversa da quella di sangue. Ed è un po’ quello che ho fatto io, mi ci rispecchio molto. Sono uscito dalla Film School e ho costruito una famiglia che esiste da 25 anni e mi ha seguito anche in questo film. È la comunità intorno a te che costruisce la vita che conduci“.

Mia mamma è morta mentre stavo girando e mi sono reso conto di quanto questo film mi stava in qualche modo preparando a questo mio dramma personale“. Allo stesso tempo, oltre che ai drammi personali, Mufasa si lega ai film precedenti del regista. “Come Moonlight, Mufasa parte con un grande temporale. E anche il protagonista si sente un orfano, sebbene non lo sia, e si ritrova a cercare di costruire il proprio mondo. Potrei descrivere Chiron come Mufasa“. Il lato tecnologico è stata la parte più difficile da affrontare per la realizzazione del film “Usare la tecnologia a un certo punto è stato un po’ complicato. Ho dovuto capirla e imparare a padroneggiarla, quasi un anno e mezzo. Inizialmente abbiamo doppiato l’intera pellicola, una sorta di radio-film. Solo allora abbiamo iniziato a costruire le immagini e la realtà virtuale. Ovviamente con i leoni è più difficile fare vedere i loro sentimenti per cui ho cercato di trasmettere tutto attraverso il loro movimento fisico. La paura, la rabbia, i pensieri, ho cercato di trasmetterli attraverso i movimenti del corpo“.

Elodie e Marinelli raccontano il processo di doppiaggio

Luca Marinelli ed Elodie in sala di doppiaggio. Foto da adnkronos.com

Tra le voci italiane che doppiano il film troviamo Luca Marinelli che doppia Mufasa ed Elodie che doppia la leonessa Sarabi. “Sono un grandissimo fan del Re Leone, credo di averlo visto almeno 160 volte nel corso degli anni. Sono partito da fan ossessionato dalla Disney per arrivare ad interpretare Mufasa. E sono bene che l’eredità del film originale è fondamentale, visto che il Mufasa del 1994 era doppiato dal grande Gassman. Ricordo come la sua voce fosse sia autoritaria sia dolce allo stesso tempo. E da ragazzo questa cosa mi ha rapito totalmente. Spero di aver fatto un buon lavoro. Al bambino che guarda Il Re Leone in VHS vorrei dire che andrà tutto bene e di cercare il suo Milele [la terra promessa che vediamo all’inizio di Mufasa, ndr]”.

Per Elodie è stata la seconda volta che si cimenta nel doppiaggio, dopo aver dato la voce a Barb in Trolls World Tour del 2020. “Sono orgogliosissima di essere qui e di poter dar voce alla leonessa Sarabi. Meglio di così non potevo chiedere. Mi sono sempre sentita una piccola cucciola di leone e ho sempre pensato che attaccare fosse l’arma migliore per difendersi. Solo ora sto imparando a gestire questa cosa. cinema ti dà la possibilità di esprimerti, di essere empatico e di scoprire te stesso e gli altri per questo sto abbracciando questa strada. Studio ogni giorno per migliorarmi e rendermi orgogliosa di me stessa”. La cantante ha continuato: “sono una fan di vecchia data della Disney. Penso di aver visto veramente tutto. I miei personaggi preferiti sono per lo più i cattivi, quelli che non vuole nessuno. In particolare Ursula, grazie anche alla sua incredibile doppiatrice”. Elodie non sa che, curiosamente, Ursula venne doppiata da Sonia Scotti nel 1989, la zia di Luca Marinelli.

Alessandro Libianchi

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