Nel Metropolitan Today di oggi ricordiamo il 6 novembre 1860, quando Abramo Lincoln fu eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. La sua elezione fu motivo di grande gioia per il Partito Repubblicano, in quanto primo esponente del partito a essere eletto presidente.

Infatti, riesce a battere Breckinridge, Douglas e Bell. È inoltre noto che la sua vittoria avviene grazie al forte sostegno conquistato al Nord e nell’Ovest. Senza contare che non era presente sulle schede elettorali in dieci dei quindici stati schiavisti, mentre negli altri arrivò primo solo in due delle 996 contee meridionali. Quell’anno le elezioni registrarono una grande affluenza: si toccò infatti l’82,2% della presenza elettorale. Vinse inoltre con ben 1 866 452 voti, contro 1 376 957 di Douglas, 849 781 di Breckinridge e 588 789 di Bell. Infine, Lincoln aveva dalla sua parte ben 180 grandi elettori da solo, mentre la somma dei voti di tutti e tre i suoi avversari era 123.

La vittoria di Abramo Lincoln alle elezioni

La sua vittoria causò grande scompiglio all’interno dei secessionisti. Questi infatti minacciarono di lasciare l’Unione ancora prima della sua entrata in carica il 4 marzo 1861. Successivamente infatti fu la Carolina del Sud, la prima ad adottare un’ordinanza di secessione: sei stati infatti adottarono costituzione autonoma dichiarandosi una nazione sovrana, gli Stati Confederati d’America. Sventò anche un attacco terroristico a lui mirato a Baltimora, giungendo in segreto a Washington l 23 febbraio 1861.

Lincoln, come era già ben noto, era fermo oppositore della schiavitù, opponendosi anche al compromesso del Missouri, che voleva dividere gli stati in schiavisti e liberi. Il neo presidente dichiarò infatti queste parole: “morirò prima di acconsentire a qualsiasi concessione o compromesso che sembri acquisire il privilegio di prendere il controllo di questo governo, al quale noi abbiamo diritto secondo la Costituzione”.

Marianna Soru

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