Abusi in Vaticano: quando il silenzio concorre alla violenza

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Di Redazione Metropolitan

Benedetto XVI, chiede perdono in una missiva per non aver approfondito, durante gli anni del suo mandato, i casi di abusi avvenuti in Vaticano. Si tratta di una confessione personale, nel quale Ratzinger manifesta il suo dolore per le violenze e gli errori che si sono verificati durante il suo incarico.

Le pecore smarrite colpevoli di abusi sono in Vaticano

“Nessuno si svegliò, nessuno si accorse o sospettò di nulla: tutti dormivano”, si legge nel primo libro di Samuele. E pare che anche Ratzinger dormisse, quando in Vaticano i sacerdoti violentavano cruentemente dei bambini. Egli però, dopo molti anni, ha presentato tramite una lettera un mea culpa per aver trascurato i casi di abusi in Vaticano. Le sue parole si concentrano sul momento della Santa Messa nel quale si verifica la confessione, e si chiede perdono per le “grandissime colpe”. Questo aggettivo, grandissime, appare inappropriato per il peccato di cui si è macchiata la Chiesa. Tale peccato infatti, sarebbe da definire come esagerato. Infatti, se Dio perdona molto facilmente, forse per le vittime degli abusi non è lo stesso.

Agli occhi dell’opinione pubblica – sia credente che non – le violenze occorse in Vaticano appaiono imperdonabili, e aggravate dal fatto che sono state rivolte a dei bambini. Come si può sorvolare su degli eventi di tale portata? Appare inspiegabile. Tanto più che questa omertà è stata mostrata dalla Chiesa, portavoce di ideali che dovrebbero essere genuini. Invece, oltre al danno, si è verificata la beffa e i sacerdoti, colpevoli, hanno continuato a vivere nel loro disonesto benessere.

Il perdono porta a un’elevazione spirituale, non necessariamente legata a una religione. Ma perdonare una ferita inferta da persone che rappresentano il bene, è molto difficile. Certo, è facile condannare un atteggiamento di cui non siamo protagonisti, ma è anche difficile comprendere come un percorso di seminario sfoci in episodi di violenza. Ovviamente poi, la rabbia dell’opinione pubblica non si riversa solo su Benedetto XVI, anzi, sorgono dubbi su quanti individui meschini facciano parte del clero.

Michela Foglia

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