Ecco tutto ciò che c’è da sapere sugli accordi di Minsk e perchè potrebbero essere la via diplomatica da perseguire per mettere fine al conflitto.

Gli accordi di Minsk

Da quando si è riaccesa la tensione al confine fra Russia e Ucraina il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e lo stesso Vladimir Putin hanno più volte invocato gli “Accordi di Minsk” come la possibile base per trovare una soluzione all’attuale crisi.

Ecco cosa sono gli accordi di Minsk e perchè potrebbero effettivamente essere la via diplomatica da seguire.

Il conflitto nel Donbass

Il conflitto nel Donbass, tra il governo di Kiev e le autorità separatiste filo-russe, è in corso dall’estate del 2014.

Infatti, dopo la “Rivolta di Majdan”, fu deposto l’allora presidente ucraino Viktor Janukovich.

Le autorità separatiste, poi, autoproclamarono le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nel Donbass.

Il Gruppo trilaterale di Contatto e il Formato Normandia

Il cosiddetto Gruppo trilaterale di Contatto è stato creato dopo l’elezione del presidente ucraino Petro Poroshenko nel maggio 2014.

Il Gruppo comprende UcrainaRussia e l’Organizzazione  per la sicurezza e cooperazione in Europa (Osce). 

Si tratta del formato che ha negoziato gli Accordi di Minsk I per porre fine al conflitto nel Donbass.

Decisiva per la stipulazione degli accordi di Minsk II è stata invece la mediazione di Francia e Germania.

Infatti, con Mosca e Kiev hanno avviato il cosiddetto “Formato Normandia” per le negoziazioni quadrilaterali.

Il Quartetto formato allora dal presidente francese François Hollande, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dai presidenti di Russia e Ucraina Vladimir Putin e Petro Poroshenko, si è incontrato informalmente in Normandia per la prima volta il 6 giugno 2014

Cosa sono gli accordi di Minsk

Gli accordi prendono il nome dalla capitale bielorussa Minsk dove furono negoziati.

Il primo protocollo noto come “Accordi di Minsk I” fu siglato nel settembre 2014 da UcrainaseparatistiRussia e Osce.

Si trattava di un accordo di cessate il fuoco in 12 punti dove Kiev e autorità di Donetsk e Luganskacconsentivano a scambio dei prigionieriinvio di aiuti umanitari e ritiro delle armi pesanti. L’accordo saltòdopo ripetute violazioni del cessate-il-fuoco.

Gli accordi di Minsk II

Cinque mesi dopo furono siglati i cosiddetti “Accordi di Minsk II” da UcrainaRussiaOsce e leader separatisti.

Minsk II prevedeva un accordo in 13 punti:

– Cessate-il-fuoco immediato e globale;

– Ritiro delle armi pesanti da entrambi le parti;

– Monitoraggio dell’Osce;

– Dialogo su un auto-governo ad interim a Donetsk e Lugansk, in accordo con la legge ucraina, in attesa di una legge approvata dal Parlamento sullo status speciale delle due regioni;

– Grazia e amnistia per i prigionieri di guerra;

– Scambio di ostaggi e prigionieri;

– Assistenza umanitaria;

– Ripresa dei legami socio-economici, incluse le pensioni;

– Ripristino del controllo ucraino del confine;

– Ritiro dei gruppi armati stranieri e loro attrezzature e mercenari;

– Riforma costituzionale ucraina sulla decentralizzazione con una speciale menzione per Donetsk e Lugansk;

– Elezioni a Donetsk e Lugansk;

– Lavoro del Gruppo trilaterale di contatto.

Perchè gli accordi di Minsk non sono stati attuati

Il cessate-il-fuoco è stato più volte violato.

Diversi passi militari e politici non sono stati attuati anche a causa delle due diverse interpretazioni di Mosca e Kiev.

Gli accordi di Minsk non contengono nessun obbligo per Mosca che insiste di non essere parte del conflitto. Afferma, invece, di averli siglati solo in qualità di mediatrice come Osce, Francia e Germania.

L’Ucraina invece sostiene che l’accenno al ritiro di “tutte le forze armate straniere” si riferisca alla Russia che però nega qualsiasi presenza militare nei territori separatisti.

Un altro punto di disaccordo è l’ordine di implementazione dei punti politici militari.

Infatti, la Russia considera l’ordine dei punti di Minsk una scaletta da attuare cronologicamente.

Il presidente ucraino Volodimir Zelenskij invece pretende il contrario. Sostiene inoltre che il suo predecessore Petro Poroshenko, a suo tempo, abbia fatto troppe concessioni.

Perchè potrebbero aiutare a porre fine al conflitto

Gli Accordi di Minsk potrebbero offrire una piattaforma di dialogo diretto tra Ucraina e Russia

L’autonomia alle regioni separatiste potrebbe inoltre essere un mezzo per Mosca per ottenere di fatto una sorta di veto sulle decisioni di politica estera e quindi le sue garanzie di sicurezza.

L’Ucraina, d’altro canto, potrebbe ripristinare il controllo sul suo confine con la Russia e scongiurare la minaccia di un’altra invasione russa.