BRAVE

Achille Lauro e il Queerwashing

Sembra scontato, ma non lo è: un’idea delle BRAVE GIRLS sulle performance di Sarnemo, Achille Lauro e su come non è oro tutto ciò che luccica.

Se si volesse, nel prossimo futuro, raccontare alla successiva generazione la storia della televisione italiana per immagini, si potrebbe tranquillamente usare qualche fotogramma di questo Sanremo 2020 (sicuramente non senza qualche foto di Achille Lauro); probabilmente sarebbe l’esempio perfetto per riassumere così i ruoli di genere nel mondo dello spettacolo, passato, presente e futuro.

I “topos” Sanremesi:

Abbiamo il presentatore: maschio, bianco, sposato e rassicurante. Le donne sono decorative, a uso e consumo del gusto maschile: abbiamo addirittura la mora e la bionda (divisioni di ruolo tanto rigide e vecchie quanto rassicuranti). Tra discorsi poco credibili sulla bellezza che “ti capita” e presunte posizioni della donna nello spazio (“un passo dietro il proprio uomo”) si tratta, in definitiva, di uno show dal carattere fortemente reazionario. Nonostante questo però, alcune forme e formalità tipiche dello Festival di Sanremo si stanno modificando, pur non cambiando la natura conservatrice dello show.

Una questione di valori condivisi:

Vediamo Tiziano Ferro, dichiaratamente omosessuale, cantare emozionato una canzone di Mia Martini. Il tutto senza cambiare le parole, dedicandola quindi spudoratamente a un uomo. Tuttavia la priorità dello show, in una società come la nostra (che si affaccia inevitabilmente verso il superamento di molte dinamiche relazionali che appartengono alle generazioni precedenti) non è più preservare la forma relazionale eteronormativa in quanto tale, quanto la scala di valorireazionari!- ad essa connessi. Tiziano Ferro in questo contesto si inserisce perfettamente. Infatti rappresenta pienamente la figura dell’omosessuale che ha piantato bene le radici nella cultura mainstream, accettato e benvoluto in televisione, ma solo finchè porta avanti gli stessi valori delle persone da cui è stato sempre discriminato.

Fiorello, Tiziano Ferro e il “bacismo” di Sanremo – Fonte: Google

Ci sono anche artisti che, pur partecipando al Festival, lasciano intendere di non aver nulla a che fare con i messaggi culturali che trasmette. Vale la pena capire allora come mai si trovino lì.

Boicottare Sanremo?

Gli artisti esplicitamente contrati a questo genere di industria dello spettacolo sono quelli che un tempo avrebbero agito come Fabri Fibra, e a Sanremo non sarebbero andati. Il Festival della canzone italiana ha sempre rappresentato solo una fetta di musica leggera, che si è ampliata molto piano e sempre con qualche anno di ritardo, rispettando i tempi del suo target primario: gli anziani.

Boicottare Sanremo era quindi per un cantante una presa di posizione precisa, commerciale ma soprattutto artistica: rimanere fuori da quel circuito significava sacrificare qualcosa per non conformarsi a quei canoni. Il 2020 in questo senso è stato l’anno di rottura, grazie a personaggi come Achille Lauro.

Su Achille Lauro e la rivendicazione del Crossdressing:

Ma se ci avviciniamo bene, vediamo come Achille Lauro ha deciso semplicemente di portare al Festival tutto quello che culturalmente nel mondo sta già ribollendo da qualche anno, ovvero la fluidità dei generi, l’estetica – compressa e semplificata – sexy giocosa delle Drag Queen (esplosa grazie a programmi come Ru Paul Drag Race), la body positivity e il rifiuto verso un certo tipo di mascolinità. Si spoglia e indossa una tutina luccicante e aderente, ricordandoci personaggi come Renato Zero o Donatella Rettore, che hanno spesso giocato con l’ambiguità sessuale e l’estetica di genere fluida, in tempi “non sospetti”.

Achille Lauro a Sanremo – Fonte: ANSA (Ettore Ferrari)


Poi (in linea con le polemiche dei social che, proprio quella sera , rimandano proprio a quel confronto musicale tra Achille Lauro e le icone del Pop più Queer) decide di vestirsi citando Ziggy Stardust, alter Ego di David Bowie. L’intento è evidente: cavalcare l’onda mediatica e nel frattempo godersela, prendendosi gioco di quella fetta di popolazione ancora troppo bigotta per il travestitismo all’interno del panorama musicale.

Sì, parliamo ancora degli anziani che guardano Sanremo, ma adesso il pubblico subisce una scissione dicotomica: c’è chi è scandalizzato, confuso e indignato e chi, in maniera uguale ed opposta, è invece estasiato ed esplode di gioia per questa presunta rivoluzione culturale che sta avvenendo sul palco dell’Ariston.

Gli Outfit e le citazioni di Achille Lauro:

La provocazione però continua, e per l’outfit dell’ultima sera vediamo come figura di riferimento la marchesa Luisa Casati Stampa.

Achille Lauro cita la “Divina Marchesa” – Fonte: Google

Con una citazione visibilmente più colta (sarà stata farina del suo sacco? E soprattutto, ci interessa che lo sia?) Achille Lauro prende le vesti della nobildonna, figlia di ricchi commercianti di tessuti vissuta a cavallo tra 800 e 900, che è stata musa ispiratrice dei più grandi artisti futuristi dell’epoca, tra i quali ricordiamo Filippo Tommaso Marinetti e Man Ray e definita da Gabriele d’Annunzio “la divina marchesa”.
Culmina in bellezza con l’abito della Regina Elisabetta I; donna che, quando Filippo II di Spagna decise di dichiararle guerra, lei per tutta risposta, di Filippo II disse: «non posso avere timore di un uomo che impiegò dieci anni ad imparare l’alfabeto». 

Achille Lauro nei panni della “Regina Vergine” Elisabetta I – Fonte: Google

Un gesto “femminista”?

Quindi tutti sono pazzi per Achille Lauro, i video delle sue esibizioni sono primi in tendenza su Youtube e su Twitter e Facebook non si parla d’altro. Il cantante romano decide quindi di proseguire e alzare la posta in gioco, vestendo panni sempre più eccentrici e scambiandosi effusioni con il suo chitarrista. Porta fino in fondo quella che sembrava solo una provocazione casuale, esplicitando il suo disprezzo per una certo tipo di mascolinità, rigida ed etero-normativa,  e contemporaneamente la volontà di accettare e valorizzare la sua femminilità. Citandolo:

Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore. Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo? Io rispondo: “Sono diventato una signorina”.

Quindi, da una parte abbiamo chi erge Achille Lauro a rivoluzionario, dall’altra chi lo liquida dileggiando le sue scarse capacità canore e chi s’interroga sulla genuinità del suo gesto. Parliamoci chiaro: la genuinità, quando sono coinvolte grandi cifre di denaro, non esiste. Quindi si, sicuramente Lauro non ha fatto tutto questo solo per mandare un messaggio positivo, ma anche per tornaconto personale. 

“Pro” e “Contro”:

Tuttavia, quello che sappiamo oggi è che milioni di persone hanno parlato di machismo, e sono rimaste affascinate da un cantante che ha sfidato un’istituzione vecchia e sessista come il Festival di Sanremo, facendo impallidire persino Morgan e Piero Pelù, con le loro provocazioni ormai fiacche. Vedere un uomo baciare un altro uomo e giocare con i suoi lati femminili sul palco dell’Ariston, non è altro che la punta di un iceberg che sta emergendo sempre di più. Ci sono generi musicali, come alcuni fenomeno nella trap – riprendendo quello stesso fenomeno che prima era riservato e circoscritto ad un certo tipo di rock\alternative (Kurt Cobain, Iggy Pop, i Placebo, i MCR e molti altri) – che hanno messo in discussione già da anni molti stereotipi legati alla mascolinità. Basti pensare all’estetica che proponeva Lil Peep e paragonarla a quella dello street rap più old school.

Altri esempi:

Achille e Boss Doms non sono stati gli unici a giocare con l’ambiguità sessuale, ma abbiamo anche avuto la coppia Elettra Lamborghini e Myss Keta, che si sono avvicinate, sfiorate e quasi baciate, citando la coppia Britney & Madonna. Peccato per il quasi. Peccato anche che non abbia portato molto di più che un (seppur immenso) piacere nella citazione. Va anche aggiunto che sicuramente la televisione italiana ha sempre flirtato più con l’omosessualità femminile che con quella maschile, e che per questo la loro esibizione ha fatto meno scalpore. Speriamo in un futuro bacio, e in qualcosa in più.

Elettra Lamborghini e Myss Keta – Fonte: Google

Tiriamo le somme:

Insomma: passando per Tiziano Ferro, la citazione molto ammorbidita del bacio Britney\Madonna dalla coppia Lamborghini\Keta e il trasformismo di Achille Lauro, possiamo dire che – goliardia a parte – il festival ci ha ricordato come sia non sia facile dividere nettamente una rivendicazione politica e un tentativo di Pinkwashing.C’è sicuramente bisogno di espletare queste volontà di superamento della società eteronormativa ma, per evitare equivoci e fraintendimenti, andrebbe fatto con più cognizione di causa.

Sulla femminilità rivendicata da Achille Lauro:

La femminilità “rivoluzionaria” cui si fa riferimento quando si parla di Achille Lauro, di rivoluzionario in realtà ha ben poco se la si guarda veramente da vicino.

Sempre nell’estratto di “Io sono l’Amleto”, la femminilità dalla quale vuole farsi contagiare è descritta con i termini “delicatezza, eleganza, candore”. Se questi aggettivi ci fossero stati attribuiti a priori da un qualsiasi altro esponente più vecchio dell’industria culturale, ci avrebbe profondamente offese in quanto donne. E avremmo avuto ragione. La femminilità non è necessariamente candore, né delicatezza. Non è necessariamentela pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati” e anzi questo è proprio lo stesso tipo di femminilità che caratterizza l’ambiente Trap da cui Lauro vorrebbe distanziarsi. Cerca quindi di opporsi ad un sistema accettandone però tutte le regole. Lungi da noi accusarlo esplicitamente; consideriamo più che altro che l’esternazione sul suo anarchismo sia, più che una presa di posizione politica (per cui non è ancora molto preparato), una spontanea considerazione del suo approccio artistico.

Su Boss Dom e le dichiarazioni online:

Anche la dichiarazione della compagna di Boss Dom (che si è esibito con Achille Lauro in una performance estremamente e amabilmente Queer) ha un retrogusto generalista e reazionario, soprattutto quando considera la funzione di un uomo quella di “proteggere” le sue donne.

Le dichiarazioni di Valentina Pegorer su Instagram – Fonte: Google

Queste dichiarazioni lasciano trasparire quanto emerge dallo stesso ambiente sociale attorno a noi: una forte tendenza, seppur ancora latente, a voler fluidificare il binarismo di genere, che però non è accompagnata da una cultura effettiva dell’uguaglianza di genere. Questo porta poi ad una situazione di stallo, dove ci si gode uno splendido spettacolo con chicche svavillanti e glitterate ma che, alla fine, fa rientrare il tutto nei suoi ranghi rigidi e conservatori, così da poter essere visto e goduto sia dai grandi che dai piccini.

In conclusione :

Ad oggi ancora non sappiamo quanto sia positivo ammorbidire la cultura queer per renderla digeribile a quante più persone possibili; o se si rischi solo di snaturarla e di affidare messaggi importanti a personaggi impreparati (le dichiarazioni successive di Achille Lauro e Boss Doms sono state molto ingenue e visibilmente improvvisate su queste tematiche). Sicuramente possiamo interpretare quello che abbiamo visto in questo Festival di Sanremo come un passo avanti della televisione verso la pluralità di rappresentazione e una nuova idea di mascolinità che sta conquistando sempre di più (e per fortuna!) il nostro interesse. Noi ragazze di BRAVE GIRLS vorremmo soltanto che l’interesse per le forme esteriori di questo tipo di temi portino con sè anche l’interesse verso la struttura effettiva interne di queste stesse, rendendoci preparati a superare questo stallo all’interno del quale la TV Nazionale ci è riuscita a far divertire e interessare ad un modello più vicino al Queer-washing che all’effettivo superamento della Mascolinità tossica o il Binarismo di Genere. Che questo sia solo l’inizio per qualcosa che assumerà sempre meno la semplice parvenza di una rivoluzione culturale e che, finalmente, lo diventi effettivamente.

Articolo di: Gaia Pollastrini e Rae Mary
Editing: Rae Mary

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