Sconvolgente la notizia di questa domenica mattina. Davide Astori è morto a 31 anni a causa di un malore a Udine. Oggi avrebbe dovuto guidare la sua Fiorentina alla Dacia Arena contro l’Udinese, ma questo non conta più. Una notizia straziante che fa precipitare l’Italia in un clima di tristezza assoluta. L’Italia e il mondo del calcio piangono non solo un grande professionista ma un ragazzo vero e serio. La notizia è stata comunicata sul sito ufficiale della stessa squadra viola. Il club invita tutti a unirsi nel ricordo di Davide, supportando in questo momento di profondo dispiacere la famiglia. Le prime partite a fermarsi per lutto sono Udinese-Fiorentina e Genoa-Cagliari.

TRENTUNO ANNI DI ASTORI: Davide ha vinto il trofeo sicuramente più importante della sua vita: essere chi voleva essere. Fin da piccolo ha creduto in se stesso e non ha mai mollato. Ha vestito diverse maglie nella nostra Serie A, sicuramente la più importante è resta la maglia rossoblu del Cagliari vestita dal 2008 al 2014. In seguito ha vestito anche la maglia giallorossa della Roma dal 2014 al 2015. Per poi arrivare alla Fiorentina. Davide va ricordato per essere stato un’uomo amante della vita e non dei trofei, si è sempre dimostrato leale e corretto dentro e fuori dal campo. Ammirato da avversari e familiari. Amato dalla compagna Francesca Fioretti e dalla figlia, Vittoria, di due anni. Supportato da ogni tifoso italiano nel momento in cui venne chiamato a giocare con la maglia azzurra. Ciò che lascia Davide è il ricordo, un’immagine indelebile di serietà agonismo e voglia di vivere. Questi 31 anni hanno portato alla nascita di un uomo e un esempio per ogni giovane. Spesso non conta dare solo calci a un pallone, bisogna metterci dentro del proprio. 

ITALIA BLOCCATA PER IL LUTTO: Perché è difficile superare cose del genere. Sono eventi sconvolgenti e incontrollabili, perciò, con profonda tristezza, si possono solo accettare. L’Italia si comporta da famiglia e decide di fermarsi e piangere. La Serie A si ferma così come un paese che diventa tifoso, un tifoso di Davide. Il calcio è questo. Parliamo di ricordo, passione e emozione nel bene e nel male. Oggi abbiamo solamente da pensare alle sue esultanze e alla sua presenza in campo. Tifosi si nasce ma in questi momenti lo si diventa anche fermandosi. La notizia ha fatto sprofondare molti amici che, nel calcio, (solo perché con maglie diverse) erano avversari. Ovunque sia andato e qualsiasi sfida abbia affrontato ha lasciato un segno. Si parlava di un probabile rinnovo con la maglia viola, un matrimonio che stava andando avanti e che è stato spezzato da una disgrazia. Non sarai dimenticato, Davide. Sei e resterai sempre la bella immagine dello sport e di questa straordinaria competizione. Non dimenticheremo il tuo percorso partito dalle giovanili del Milan, la tua crescita a Cagliari e la conferma alla Roma e alla Fiorentina. Non si parlerà di arrivo, perché speriamo che tu possa ancora correre con il pallone tra i piedi da qualche parte, continuando a essere ciò che l’immagine bella dello sport.

Addio Davide

di Luigi Giannelli

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