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Adolescenza e Transessualitá

Analizziamo la transessualità in una fase della vita delicata come quella dell’adolescenza. Sulla base di alcuni studi sul Disturbo dell’identità di Genere, diamo uno sguardo al dramma umano di molti ragazzi.

Il disturbo dell’identità di genere (GID) era sempre stato un disturbo della mente, almeno da quanto riportato nel DSM. Questo fino al ICD-11, pubblicato il 18 giugno 2018, che ha depatologizzato la disforia di genere. il DIG è stato spostato dal capitolo dei disturbi mentali ad un nuovo capitolo, appositamente creato, sulla salute sessuale in cui è classificata come appunto incongruenza di genere.

Transessualità e adolescenza nella cultura di massa

Grazie a rappresentazioni della cultura di massa, come la serie Euphoria o il film “The Danish Girl”, si riesce finalmente nella società odierna a dare una visibilità nuova alla disforia di genere, meno macchiettista e più umanizzante. The Danish Girl è un film, ad esempio, che ricostruisce la vita del primo caso storico di persona transessuale operata chirurgicamente.    

Ma cerchiamo di comprendere in chiave scientifica il rapporto tra transessualità e sviluppo. Solitamente il GID, o DIG, emerge durante l’infanzia per poi intensificarsi nell’adolescenza, periodo già colmo di problematiche. Qui cui vengono messe in discussione molte delle certezze acquisite precedentemente. Questo rappresenta un momento decisivo.

Si tratta di una fase delicata piena di interrogativi e confusione generati dai cambiamenti morfologici ed ormonali tipici di quest’età. Tutti questi fatori innescano nell’adolescente un processo di revisione della propria identità e, quindi, anche quella di genere.

Che sia una fase?

Durante tale passaggio è frequente nutrire dei dubbi rispetto alla propria sessualità o al proprio corpo. Va detto tuttavia che non necessariamente questo implica l’esistenza di una dsforia. Vanno considerate anche altre possibili spiegazioni. Va detto che durante l’adolescenza è molto diffusa la tendenza all’anticonformismo, dovuta alla scoperta del sé che porta ad un distacco dal nucleo familiare di crescita. Ciò può indurre atteggiamenti ed azioni di trasgressione contro quel che è culturalmente codificato. Vanno ovviamente rispettati anche comportamenti che, pur apparentemente collegati alla decostruzione di genere, potrebbero essere riconducibili solamente ad un’esigenza di non conformarsi ai canoni sociali.  Ogni ricerca personale di un soggetto in crescita e ogni decostruzione del binarismo di genere ci aiuta a superare canoni ormai obsoleti di categorizzazione. Canoni che spesso rischiano di discriminare.

Disforia, transessualità e adolescenza: depatologizzazione come punto di partenza e non di arrivo

Molti adolescenti vivono la transessualità nel silenzio e nella vergogna sociale. Quando la disforia persiste l’adolescente può avere enormi difficoltà ad adattarsi ai modelli comportamentali connessi al suo ruolo di genere. Questo potrebbe portarlo a provare avversione per le attività sessuali e del corpo. Inutile dire che questo ha conseguenze mutilanti e drammatiche nello sviluppo della persona.

Se, in questo percorso, si trova esposto a reazioni di intolleranza da parte dei genitori, dei fratelli o del gruppo dei pari , questo accentua il disagio. Da qui possono attivarsi condotte di isolamento sociale che acuiscono ulteriormente il conflitto interiore.  

Farmacologia, terapia e cambiamento sociale

Spesso si tende a dimenticare che la disforia richiede specifici trattamenti per realizzare il proprio proposito di appartenere al sesso opposto.  Trattamenti quali l’assunzione di ormoni sessuali e la riassegnazione chirurgica del sesso. Ma non solo.

Tuttavia questa visione è fortemente riduttiva. In considerazione di ciò il DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) era molto chiarificante anche prima del ICD11.

Si divideva, precedentemente, tra disturbo dell’identità di genere della fanciullezza e della fase adolescenziale. Il primo esprime il disagio in cui il desiderio di cambiare sesso si limita all’età infantile, come una semplice fantasia. Il disturbo dell’identità di genere dell’adolescenza e dell’età adulta di tipo non transessuale ha caratteristiche comuni quali fenomeni di travestitismo, ma non c’è desiderio di voler cambiare le proprie caratteristiche anatomiche. Infine inseriva il transessualismo, descritto in precedenza.  

Transessualità e cambiamento sociale, un punto di partenza

Alcuni studiosi ritengono fondamentale il ruolo svolto dall’ambiente familiare, che esercita influenza attraverso la valorizzazione o la svalutazione della mascolinità o della femminilità, inducendo i bambini a mettere in atto quei modelli approvati dai familiari.  Anche le pressioni sociali producono un effetto notevole offrendo indicazioni incontrovertibili sui comportamenti ritenuti accettabili e conformi alle categorie della mascolinità e della femminilità. Tutto ciò si esprime mediante gli stereotipi sessuali, a cui l’adolescente è particolarmente sensibile. Ora più che mai è necessario adottare una prospettiva multifattoriale che tenga conto dell’interconnessione tra elementi biologici, psicosociali e familiari. I trattamenti psicologici, siano essi individuali o di gruppo, possono aiutare la persona ad accettare e scoprire la propria appartenenza di genere e a diminuire l’ansia e la depressione spesso correlate a questa situazione di discriminazione .

Infine può essere auspicabile un intervento teso a modificare il sesso biologico di appartenenza.

Conclusioni:

La depatologizzazione della disforia di genere è una mossa che volge a diminuire lo stigma della transessualità, che per anni è stata trattata come una sorta di aberrazione e mostruosità. Scoprire di avere una divergenza nella propria identità di genere in una fase delicata come quella adolescenziale potrebbe avere gravissime conseguenze nel soggetto. Niente potrà mai essere inclusivo se non passa per l’accettazione e la comprensione di ciò che è altro. Vivere nel corpo che rappresenta il proprio essere più intimo e profondo è un diritto. Diritto che per i più appare scontato, ma solo perché vivono il privilegio di essere nati in un corpo che congruisce con la propria identità. Analizzare scientificamente il fenomeno può essere solo il punto di partenza per la costruzione di una società migliore e che garantisca un diritto basilare come questo.

 
Bibliografia

American Psychiatric Association (1994). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fourth-Text Revision (DSM IV). Washington DC: APA.Ammaniti, M. (a cura di). (2002). Manuale di psicopatologia dell’adolescenza.Milano: Raffaello Cortina.Simonelli, C. (a cura di). (2002). Psicologia dello sviluppo sessuale e affettivo.Roma: Carocci.

Articolo di Maria Paola Pizzonia

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