Trema anche il Napoli: il caso plusvalenze travolge anche l’affare Osimhen. Il passaggio dell’attaccante nigeriano dal Lille al Napoli nell’estate 2020 è finito nel mirino della procura, che sta indagando sulle cifre del trasferimento. I rapporti tra Italia e Francia costituiscono sicuramente uno dei filoni per la Guardia di Finanza, con la Juventus che si è vista coinvolta nelle operazioni che hanno portato Tongya al Marsiglia e Felix all’Amiens. Ciò che viene monitorato è il reale costo di queste cessioni, all’interno di scambi ritenuti sospetti nell’ottica del reato di falso in bilancio. Plusvalenze in qualche modo gonfiate per evitare le sanzioni previste dal Fair Play Finanziario e difficoltà economiche assai rilevanti. Ecco i dettagli dell’operazione Victor Osimhen, rivelati da L’Equipe nell’edizione del 21 novembre.

Affare Osimhen: le vere cifre di un’operazione sospetta

L’Equipe il 21 novembre ha rivelato le reali cifre dell’operazione che ha portato Victor Osimhen dal Lille al Napoli nell’estate del 2020. La nuova dirigenza, insediatasi un anno fa proprio per affrontare le difficoltà economiche del club francese, ha individuato profili sospetti attorno a quella cessione. Gli 81 milioni noti per il passaggio del centravanti nigeriano si possono considerare divisi tra una quota base di 71 milioni e 10 milioni di bonus; questi ultimi erano legati all’accesso ai quarti di finale di Champions League, quindi 2,5 milioni all’anno. Non propriamente una clausola che ha arricchito il Lille, considerando che finora il club partenopeo non ha mai raggiunto l’obiettivo stabilito. Ciò che però sottolinea L’Equipe attiene alle reali cifre incassate dalla squadra francese.

La testata francese ha infatti specificato che al Lille siano in realtà giunti esclusivamente 10 milioni, con il reale prezzo di Osimhen di 36 milioni. Le operazioni ritenute sospette dalla procura attengono infatti alle contropartite tecniche cedute dai partenopei, più precisamente alle loro valutazioni economiche. Nell’ordine: Karnezis, valutato 5 milioni, con una presenza e 1,2 milioni di ingaggio; Palmieri, Liguori e Manzi, in tutto valutati 15 milioni. Il sospetto è che questi calciatori siano stati sopravvalutati e questo si evince anche dal loro impiego in terra francese: a parte il portiere greco, gli altri tre giovani hanno rescisso il contratto dopo poco, senza mai essere scesi in campo. A questo si aggiungono 3 milioni di indennità di formazione ai club precedenti e 8,3 milioni di percentuale sulla rivendita al Charleroi; in più, circa 4 milioni di prestito alla Banca Ifis. Secondo L’Equipe, l’affare si è svolto in questi termini “per aiutare il Napoli a rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario“.

Francesco Ricapito

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