Afghanistan, 8 fratelli morti di fame: crisi alimentare senza precedenti

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Di Redazione Metropolitan

In Afghanistan, a Kabul, 8 fratelli orfani sono morti di fame. Dopo la caduta del governo e l’arrivo dei talebani, il paese sta per affrontare una grave crisi alimentare. Secondo il rapporto di Save The Children14 milioni di bambini rischiano la carestia.

L’allarme di Save The Children: l’Afghanistan è sull’orlo della carestia

A Kabul sono stati trovati morti 8 bambini orfani tra i 18 mesi e gli 8 anni, deceduti a causa della fame. A raccontare la vicenda degli otto fratellini, 4 maschi e 4 femmine, è stato il religioso della moschea che ha seppellito i corpi, Mohammad Ali. I bambini sono stati trovati morti nella zona ovest della capitale, avevano perso il padre per un tumore, mentre la madre è morta in ospedale per problemi al cuore, insorti dopo essere rimasta vedova. Dopo la perdita dei genitori riuscivano a sopravvivere grazie all’aiuto dei vicini, che però non erano in grado di sfamarli con regolarità.

Dopo l’accaduto Save The Children ha lanciato l’allarme per la drammatica situazione in Afghanistan. Il paese sta per affrontare la carestia e secondo i dati della ong 14 milioni di bambini rischiano di morire per mancanza di cibo. In totale si stima che quest’inverno almeno 22,8 milioni di persone non avranno accesso a quantità sufficienti di cibo, rispetto a una popolazione totale di 38,9 milioni. Rispetto allo scorso anno ci si aspetta un aumento del 35% di cittadini che soffriranno la fame al punto di rischiare la morte.

Sulla grave crisi alimentare che l’Afghanistan sta affrontando, il direttore regionale della ong britannica Chris Nyamandi ha dichiarato:

La situazione è già critica, ogni giorno vediamo bambini piccoli nelle nostre cliniche con gravi livelli di malnutrizione perché non mangiano altro se non briciole di pane. Ma quando arriverà l’inverno vedremo bambini più affamati che mai.

Crisi afghana, gli appelli alla comunità internazionale e le conclusioni del G20 straordinario

A livello locale sono arrivati ulteriori appelli per riportare al centro dell’agenda politica internazionale la crisi umanitaria afghana. Più volte le ong che lavorano per aiutare la popolazione del paese hanno criticato la comunità internazionale per la mancanza di aiuti concreti. L’ex parlamentare Haji Mohammad Mohaqeq ha pubblicato su Facebook la foto di due degli otto bambini deceduti per la fame coperti da un telo, e ha scritto:

La morte per fame di bambini nella capitale dell’Afghanistan è motivo di vergogna e disonore, un evento che avrebbe dovuto scuotere il mondo.

Intanto al G20 straordinario presieduto da Mario Draghi, uno degli argomenti centrali è stata proprio la crisi afghana. Il nodo centrale era il sostegno della popolazione senza dover legittimare il potere dei talebani. Nella nota conclusiva del meeting si legge:

Tutti gli afghani hanno diritto a vivere in pace, dignità e sicurezza. La sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Afghanistan dovrebbero essere rispettate.

Per quanto riguarda il lavoro delle Nazioni Unite i 20 capi di Stato che hanno preso parte all’incontro hanno affermato che l’Onu svolge un ruolo essenziale per fronteggiare la crisi in Afghanistan, e “la sua continua presenza nel paese deve essere preservata“.

Giulia Panella

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