In Afghanistan, con la presa di poter dei Talebani, le organizzazioni internazionali hanno paura che nasca una dura repressione verso la comunità LGBTQ+. A preoccupare i membri della comunità di tutto il mondo sono le parole di un giudice talebano, Gul Rahim, che qualche mese fa avrebbe detto:
Per loro, ci possono essere solo due punizioni: devono essere lapidati o schiacciati da un muro che gli cadrà addosso. Il muro deve essere alto da 2,5 a 3 metri.
Parole molto forti che hanno allarmato le varie organizzazioni mondiali che hanno iniziato a mobilitarsi per proteggere le minoranze.
La mobilitazione delle organizzazioni per proteggere la comunità LGBTQ+ dai talebani
Per proteggere le minoranze all’interno dell’Afganistan, 139 organizzazioni si sono riunite. L’obbiettivo delle organizzazioni non è solo proteggere gli omosessuali, ma anche donne e bambini, tutti in grande pericolo ora che i talebani hanno riconquistato il potere. Tutti i gruppi hanno dichiarato di essere preoccupati per la mancanza di sicurezza degli emarginati all’interno del paese e chiedono che i diritti umani vengano rispettati in base alla costituzione e agli accordi sui diritti umani ratificati anche dall’Afghanistan.
Le organizzazioni chiedono alla comunità internazionale di dare assistenza a queste persone molto vulnerabili e dichiarano:
Temiamo che le persone Lgbtiq siano ulteriormente criminalizzate e perseguitate, poiché le autorità talebane hanno recentemente rilasciato dichiarazioni secondo cui le condanne a morte saranno ripristinate per gli uomini gay. […] Le persone Lgbtiq afghane vivono già da diversi anni nella paura della violenza e delle uccisioni, e temiamo che questa situazione si possa ulteriormente aggravare.
In Italia arriva l’appello – denuncia di Pietro Turano, portavoce di Gay Center, che tramite tramite un post su Instagram dice:
Poche settimane fa il giudice talebano Gul Rahim raccontava alla testata tedesca Bild che le donne potranno uscire di casa solo con il permesso per le faccende familiari e domestiche, mentre quelle single verranno perseguitate. Gli omosessuali saranno lapidati, oppure schiacciati sotto il crollo di un muro alto tre metri. La società afghana del 2021 è inoltre molto diversa da quella di 20 anni fa. Soprattutto per quanto riguarda le generazioni più giovani che in larga parte non sono cresciute sotto regime. Chiediamo corridoi umanitari immediati per la popolazione afghana in pericolo e l’impegno dei governi occidentali nell’accoglienza e nella protezione delle fasce attualmente più esposte.
La voce della comunità LGBTQ+ aftghana
Negli ultimi giorni i giovani della comunità LGBTQ+, come anche tanti attivisti afghani, cancellano i propri profili social e rompono le proprie sim per non essere rintracciati, finendo però isolati. La paura è tanta e nel profilo Instagram @afghanlgbt, uno dei pochi rimasti attivi, leggiamo:
Noi Lgbtq+ afghani siamo minacciati di sterminio per quello che siamo. Chiediamo di concedere l’asilo a tutte le persone Lgbtq+ dell’Afghanistan.
Federica Tocco
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