Non ci sarebbe stato alcun atto di violenza da parte del Comandante Gregorio De Falco nei confronti della moglie e di una figlia. Piuttosto un normale diverbio per questioni economiche giustificabile in un momento come quello della separazione coniugale.
Smentisce le accuse di violenza il Comandante Gregorio De Falco, divenuto famoso ai più per l’atteggiamento duro e irreprensibile tenuto nei confronti del capitano Francesco Schettino al momento del naufragio della Costa Concordia.
De Falco, candidato alle prossime elezioni con il Movimento 5 Stelle, avrebbe, secondo quanto hanno riportato diversi media, aggredito la moglie e una figlia durante un litigio causato da questioni economiche riguardanti la separazione in corso tra i due coniugi.
Il Corriere della Sera sostiene che la moglie Raffella si sarebbe recata a seguito della presunta aggressione presso la polizia di Livorno, raccontando i fatti ma decidendo alla fine di non sporgere querela.
Secondo il quotidiano “il marito (De Falco, ndr) aveva alzato le mani contro di lei e sua figlia, appena maggiorenne, durante un pesante diverbio in famiglia. Secondo il racconto della donna, De Falco avrebbe agito in maniera violenta mentre era in uno stato di alterazione, non meglio precisato. E la figlia, dopo essere stata presa per i capelli dal padre, sarebbe fuggita di casa per tornarvi solo dopo molte ore“.
De Falco smentisce tutte le accuse e racconta la sua versione dei fatti ai microfoni del Corriere della Sera.
“Non ho alzato neppure un dito contro di lei. Non l’ho mai fatto prima e non l’ho fatto neppure martedì scorso a Livorno – sostiene il comandante -. Credo che mia moglie non si sia rivolta volontariamente alle forze dell’ordine perché consapevole che quello accaduto era un normale litigio tra coniugi che si stanno separando. E infatti mi risulta che non ci sia alcuna denuncia. Con mia moglie siamo in via di separazione. Non convivevamo più da un anno e mezzo“.
La notizia della presunta aggressione ai danni della moglie e di una figlia da parte di Gregorio De Falco ha immediatamente scatenato l’ira dei più.
Duri gli attacchi da parte di diversi esponenti politici, soprattutto avversari.
“Noi non cavalcheremo la schifezza che abbiamo visto – ha commentato Matteo Renzi – se c’è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, su quello tutti insieme si dica no. Sulla violenza non si scherza. Non possiamo rischiare di avere i nostri rappresentanti a quel livello lì. La lotta alla violenza contro le donne deve essere patrimonio di tutti“.
Il leader dem si riferisce evidentemente alla ritenuta strumentalizzazione a suo danno, da parte dei pentastellati, delle indagini Consip a carico del padre dell’ex premier.
A riguardo lo stesso De Falco sostiene che i fatti (secondo lui irrilevanti e normali nella dinamica di una vita di coppia in fase di separazione) siano stati strumentalizzati per danneggiarlo durante la campagna elettorale. “Se non fossi stato un candidato del M5S nulla sarebbe stato divulgato – sottolinea nell’intervista al Corriere -. Io sono stato sempre trasparente e lo sarò sempre“.
Da più parti, tuttavia, giunge il richiamo al tema della violenza in famiglia e del femminicidio, tanto da invitare la moglie di De Falco a sporgere querela per consentire l’accertamento giudiziale dei fatti.
Oltre che dagli stessi avversari del Movimento 5 Stelle, dai quali sarebbe più probabile una strumentalizzazione dell’accaduto, nello stesso senso si è posto Luigi DI Maio, candidato alla presidenza del consiglio per i pentastellati.
“La prima cosa che ho fatto oggi è stato chiamare De Falco: lui ha smentito a me e pubblicamente – ha affermato Di Maio a Domenica Live -. Ma la violenza sulle donne è inaccettabile: chiedo quindi alla signora di inoltrare la denuncia in modo che possiamo accertare i fatti. In modo che possiamo verificare se c’è stato un caso di aggressione“.
Per chiarire la questione, oltre che (forse) per salvare il salvabile, il Comandante Gregorio De Falco ha cercato di spiegare l’accaduto in un lungo post di Facebook, con il quale ha affermato il ripudio di qualsiasi forma di violenza, lontana dal suo stesso essere.
Inoltre, a suo sostegno, il comandante ha annunciato possibili azioni giudiziali nei confronti di chi lo starebbe diffamando durante la campagna elettorale.