Oggi 1 dicembre, nella Giornata mondiale per lotta all’AIDS risulta più che mai fondamentale fare una parentesi, quanto più vasta possibile, sull’argomento. L’obiettivo è quello di sensibilizzare ed informare su una malattia che ha come conseguenza non solo le implicazioni sanitarie ma anche una discriminazione sociale. Risulta necessario un cambiamento nella comunicazione su questo tema. Enorma Jean, drag queen milanese, risponde a questa necessità e dona la propria storia di sopravvissuto, durante una puntata di Drag Race Italia, al pubblico italiano.
AIDS: l’evoluzione della sensibilizzazione del tema nel corso degli anni
L’AIDS è una malattia del sistema immunitario umano causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Il suo termine corretto in inglese è per l’appunto Acquired Immune Deficiency Syndrome, da cui l’acronimo AIDS. Il virus, una volta contratto attraverso rapporti sessuali o trasmissioni di sangue, intacca il sistema immunitario limitandone l’efficacia e rendendo coloro che la contraggono particolarmente sensibili ad infezioni e malattie. Fu solo negli anni Ottanta che si iniziò a registrare casi accertati di questa malattia colpendo da allora circa 42mila italiani.
Da quel momento furono molte le campagne di sensibilizzazione sul tema. Era una delle prime malattie mortali nella totalità dei casi ma era anche la prima malattia che, tra le conseguenze, non aveva unicamente quelle sanitarie ma anche quelle dell’emarginazione e della discriminazione sociale. Essendo trasmissibile sessualmente o tramite trasfusioni, essa veniva spesso associata al mondo dell’omosessualità e della droga. Lo scorretto approccio nei confronti degli affetti dalla malattia fu certamente influenzato dalle numerose campagne pubblicitarie che, a partire dal 1987, vennero diffuse tramite ogni mezzo di comunicazione.
Pensiamo ad esempio alla campagna del Ministero della Salute. «Se lo conosci non ti uccide» è lo slogan rimasto impresso nell’immaginario comune. Colori cupi, toni minacciosi e l’intento terrorizzare il pubblico erano le prerogative della campagna. Non si trattava di una promozione della salute ma di instaurare un terrore della morte e della malattia. Solo negli anni successivi il tipo di comunicazione sull’AIDS si è evoluto notevolmente.
È stato abbandonato il terrorismo e il pietismo delle prime campagne ma quelle moderne rimangono ancora inefficaci per poter eliminare lo stigma sociale verso quelle persone che hanno contratto la malattia.
Enorma Jean e la sua storia di sieropositività
Non ci sono dubbi che una delle forme di sensibilizzazione sul tema sia l’arte. Universale, comprensibile a chiunque e di intrattenimento. È Enorma Jean, draq queen milanese, a cavalcare l’idea portando questo tema all’interno del talk RuPaul’s Drag Race Italia. L’ha fatto raccontato la propria storia. Come ha combattuto la malattia quanto sia stato difficile combattere la discriminazione sociale.
Ma non è pietà che Davide/Enorma voleva suscitare nei telespettatori. «Non sono un poverino. Sono uno che ce l’ha fatta, sono uno che ce la sta facendo, sono uno dei tanti che ce la farà».
La draq ha anche parlato di quanto difficile sia e sarà scardinare un’ideologia come questa nella società della disinformazione e del pregiudizio, della superficialità su questo tema. Ma forse attraverso il suo discorso, attraverso il suo essere arte e per questo il suo essere universale, ha dato il via ad un discorso fondamentale partendo dalle ceneri di una vecchia narrazione.
Cristina Caputo
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