Al Jazeera annuncia la chiusura della sede di Gerusalemme. L’emittente è finita sotto la scure del governo israeliano dopo le frizioni con il governo di Netanyahu. L’episodio scatenante sarebbe accaduto durante i disordini avvenuti nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.
Gli studi di Al Jazeera credits: LaStampaL’addio di Al Jazeera da Gerusalemme
Il ministro delle trasmissioni del governo di Benjamin Netanyahu, Ayoub Kara, ha dichiarato di volere la chiusura di Al Jazeera a Gerusalemme. Ha anche aggiunto che chiederà la revoca delle tessere giornalistiche dei corrispondenti e l’oscuramento dei programmi. Il tutto è accaduto durante una conferenza stampa al quale il network di notizie, che ha sede in Qatar, non è stato ammesso.
La richiesta del ministro delle Comunicazioni israeliano è un episodio grave contro la stampa, ma non un fulmine a ciel sereno. Già a fine luglio, infatti, il premier israeliano Netanyahu aveva fatto capire che c’era la volontà, all’interno del governo, di espellere il Al Jazeera dal paese.
Israele ce l’ha con al Jazeera da tempo e per motivi diversi: ritiene che fomenti le proteste violente, e non da ieri, contro il proprio governo. Le più recenti sono quelle avvenute due settimane fa a Gerusalemme, durante i disordini avvenuti nella Spianata delle Moschee. Inoltre il ministro Kara, un dirigente druso del Likud, ha accusato l’emittente qatariota di “fiancheggiare il terrorismo”. E ha aggiunto: “Stiamo per adottare alcuni provvedimenti per evidenziare la nostra lotta contro il terrorismo e contro l’Islam estremista, ed il nostro sostegno al mondo arabo ragionevole”. Per procedere, ha detto, sarà necessario compiere emendamenti alla legge.
Al Jazeera
Israele, dunque, ha fatto sapere tramite il ministro Ayoub Kara di voler chiudere l’ufficio del network di notizie al Jazeera ed espellerlo dal paese, che farà richiesta per revocare i permessi ai suoi giornalisti e sospendere le sue trasmissioni. Dan Williams, un giornalista Reuters che si occupa di Israele e Palestina, ha però fatto notare che Kara non ha l’autorità per fare queste cose. Aggiungendo che le autorità competenti “non sembrano avere fretta” di esaudire le sue richieste. Quello che potrebbe accadere più facilmente è far revocare le credenziali ufficiali dei giornalisti di al Jazeera tramite il Government Press Office (GPO), l’agenzia governativa che regola la presenza e gli accessi dei giornalisti stranieri in Israele.
Ma chi è Al Jazeera e cosa vuol dire per Israele perderlo?
Al Jazeera è un grande e rispettato network di notizie che ha sede in Qatar e che in parte è proprietà della famiglia reale qatariota. Esiste dal 1996, dal 2006, ha una versione in inglese e un sito web molto attivo. Da questo network sono arrivate e continuano a giungere molte notizie dal Medio Oriente. È presente in più di 70 paesi del mondo e i suoi programmi sono trasmessi in più di 100. La sua notorietà ebbe un’impennata nel 2001, quando fu il primo canale a trasmettere i messaggi di Osama bin Laden.
Al Jazeera ha più di tremila tra dipendenti e collaboratori, di 70 diverse nazionalità. A giugno si era parlato del media network qatariota perché che alcuni paesi arabi sunniti – tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein – che avevano isolato in vari modi il Qatar, accusandolo di sostenere il terrorismo, avevano presentato una lista di richieste in cambio della fine dell’isolamento. Una di queste era appunto la chiusura di al Jazeera, che aveva risposto con un video, dalla chiusura significativa: “Journalism is not a crime”.
L’augurio è che l’emittente possa portare avanti il suo lavoro, mai come oggi necessario.
Federica Macchia