Nathaniel Woods, 42enne dell’Alabama condannato a morte per l’omicidio di tre agenti di polizia di Birmingham avvenuto nel 2004, è stato giustiziato ieri alle 21:01 ora locale con una iniezione letale.
La notizia della morte di Woods ha fatto molto discutere in America, e viene considerata come una condanna controversa in quanto Woods non sarebbe l’autore materiale dell’omicidio, così come affermano dallo stesso complice, Kerry Spencer, reo confesso di aver sparato agli agenti, anche lui nel braccio della morte in Alabama.
La sua esecuzione è avvenuta nonostante un considerevole numero di appelli e proteste da parte dei sostenitori, tra i quali anche gli attivisti Martin Luther King III e Bart Starr Jr., oltre che celebrità come Kim Kardashian e, ovviamente, i suoi avvocati.
I fatti
Il 17 giugno del 2004, quattro agenti di polizia di Birmingham, Charles Bennett, Harley Chisholm III, Carlos Owen e Michael Collins sono andati nell’appartamento per arrestare Woods e il suo complice Kerry Spencer, colpevoli, secondo il Procuratore Generale Steve Marshall, di spacciare droga dentro l’abitazione.
I due avevano già avuto problemi con la polizia nella giornata, e si trovavano all’interno dell’appartamento in attesa che la pattuglia finisse il turno per poter ritornare a casa.
Secondo la ricostruzione, gli agenti, muniti di un mandato di arresto, avrebbero bussato alla porta per arrestare i due uomini; più precisamente, fu l’agente Chisholm a mostrare il mandato a Woods, che corse nell’appartamento, inseguito dagli agenti.
È in quel momento che sopraggiunge Spencer che, come raccontato in numerose interviste, ha dichiarato di essersi svegliato con “l’elicottero in grembo”, intendendo riferirsi ad un fucile di precisione che teneva con sé al momento della tragedia.
“Sono in una casa di spacciatori. Vendiamo droga. Questo è quello che facciamo. Devi sempre avere il fucile con te, se sei dentro quel fottuto appartamento”.
Spencer ha dichiarato di aver sentito armeggiare in un’altra stanza; guardando fuori dalla finestra, vide le auto della polizia.
Uscito fuori dalla camera da letto, vide Woods rientrare tenendosi la testa tra le mani. Spencer non capì immediatamente cosa stesse succedendo, ma riuscì ad intravedere un movimento con la coda dell’occhio.
“Quando ho guardato di lato, c’erano due poliziotti che mi puntavano contro le loro armi, così ho aperto il fuoco con il fucile. Non volevo farmi sparare, punto”.
Così come dichiarato alla CNN, “Quando ho aperto il fuoco, Nate si è mosso come se gli avessero sparato, capisci? E quando ha visto che non stavano sparando a lui, mentre io continuavo a sparare, quel ne**o è decollato“.
“Nate è un bravo ragazzo. Nate non è un assassino. La ragione per cui Nate era laggiù nella casa della droga con noi è perché aveva bisogno di soldi”, ha detto Spencer.
“Quell’uomo non sapeva che avrei sparato a qualcuno, proprio come io non sapevo che avrei sparato a qualcuno quel giorno, punto e basta”.
Il Procuratore Generale Steve Marshall ha definito la punizione di Woods come giusta, non essendo d’accordo con chi reputava Woods innocente, e rigettando le ricostruzioni secondo le quali l’uomo si sarebbe arreso alla polizia, definendole come “menzogne”:
Il tentativo di salvare Woods dalla pena capitale
La storia di Woods ha colpito molto l’opinione pubblica americana. L’Alabama è l’unico paese che ammette la condanna a morte anche se il verdetto non viene votato all’unanimità da tutta la giuria, come è, per l’appunto, accaduto a Woods. Durante il processo, dieci giurati su 12 hanno optato per la condanna a morte, nonostante i molti dubbi sulla dinamica dell’omicidio dei tre agenti.
La sorella di Woods, Pamela, ha ribadito ancora una volta che lui non ha niente a che fare con gli omicidi.
“Ci sentiamo davvero male per quello che è successo quel giorno. Non auguriamo a nessuno una cosa del genere. È stato molto brutto che l’assassino abbia fatto quello che ha fatto. Ma il punto principale è che Nathaniel non ha preso parte alle azioni compiute da un altro uomo, Kerry Spencer”.
I suoi avvocati e gli attivisti Martin Luter King III e Bart Starr Jr. hanno presentato una richiesta a Kay Yvey, Governatrice dello stato, per bloccare l’esecuzione ma quest’ultima si è rifiutata di firmare l’atto.
In una lettera indirizzata alla Governatrice, Martin Luther King III, il figlio dell’icona dei diritti civili ha supplicato Ivey di usare il suo potere per fermare l’esecuzione di “un uomo che molto probabilmente è innocente”.
Anche Bart Starr Jr., figlio del defunto quarterback della Hall of Fame della NFL, ha chiesto pietà nel caso di Woods, dicendo che la sparatoria è stato un evento tragico, ma che l’esecuzione di Woods sarebbe stata un’altra tragedia.
Poche ore prima dell’iniezione letale, inoltre, gli avvocati di Woods hanno presentato una petizione alla Corte Suprema degli Stati Uniti per bloccare l’esecuzione, facendo riferimento alle preoccupazioni sul metodo con cui sarebbe stato giustiziato, ma la Corte ha rifiutato di emettere lo stay of execution, un ordine tramite il quale la corte sospende l’esecuzione della sentenza di un tribunale. Nel caso di una sentenza di condanna a morte, la sospensione può verificarsi se vengono scoperte nuove prove che esonereranno la persona condannata o nel tentativo di commutare la pena in ergastolo.
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