Alan Kurdi, ci risiamo. Come un déjà-vu, la nave porta in salvo altri 40 migranti dalla Libia, ma il loro destino è ancora incerto. L’annuncio: “Non riporteremo i migranti in Libia”. Dure le parole del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che promette di non arretrare di un solo passo.
La decisione della Ong tedesca
La nave Alan Kurdi, della ong tedesca Sea Eye, dopo aver portato in salvo 40 vite umane al largo della Libia, ha informato le autorità libiche e ricevuto dalla Guardia Costiera Libica un’e-mail con precise indicazioni. All’assegnazione di Tripoli come porto sicuro in cui poter sbarcare, la nave ha risposto con un netto rifiuto.
Ecco spiegate le ragioni: “Noi obbediremo al diritto internazionale e non riporteremo nessuno in un paese in guerra. La Libia non è un porto sicuro“. Così risponde la Ong tedesca, dichiarando – inoltre – di aver ricevuto un’e-mail con la notifica del divieto di ingresso nelle acque italiane, firmato dai ministri Salvini, Toninelli e Trenta.
Nonostante il rifiuto della Alan Kurdi, Matteo Salvini, con un tweet, ribadisce di non voler arretrare di un solo passo.
Tra i 40 migranti sulla nave sono da segnalare una donna incinta e un bambino con una ferita di 10 cm sulla spalla causata da un’arma da fuoco.
Al momento, la Ong tedesca dichiara di non voler violare il divieto di ingresso nelle acque italiane. La Alan Kurdi, inoltre, chiama in causa l’Unione Europea, affinché venga trovata il prima possibile una soluzione per portare in salvo i 40 migranti.
Lo scontro tra il Ministro dell’Interno e le Ong sembra destinato a continuare. La Alan Kurdi sembra aver già fatto rotta verso Lampedusa: a bordo, il bambino ferito necessita di cure mediche al più presto. Matteo Salvini, nel frattempo, si è scagliato contro la Germania. Lo scontro con Berlino si rinnova.
Si attendono ulteriori sviluppi nelle prossime ore.