Ultimo: “Alba”, molto più di un album la recensione

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Di Carola Antonucci

Ultimo, nome d’arte di Niccolò Moriconi, ritorna dopo due anni con il nuovo album “Alba”, omonimo della canzone con cui ha partecipato al Festival Sanremo nei giorni scorsi per concludere un ciclo lasciato aperto dal 2019 con “i tuoi particolari”.

La recensione

Alba, il nuovo album di Ultimo. Cd  su Amazon
Copertina e grafica cd di Alba, Amazon

Un viaggio dentro il suo mondo interiore, il quinto album in sei anni, ci racconta un Niccolò diverso. Un mondo fatto di viaggi introspettivi, lotte interiori che mettono a nudo pensieri e sentimenti, ma soprattutto insicurezze e paure.

«tu non sai cosa c’ho dentro» cita una delle canzoni presenti nell’album, “nuvole in testa”, lui stesso la definisce una frase sfogo per i giovani.

L’album contiene 14 tracce, tra cui i singoli noti Ti va di stare bene e Vieni nel mio cuore. L’album è pensato come un percorso, dalla prima canzone Alba all’ultima Titoli di coda, dove trasforma i suoi dubbi, le sue domande e i suoi sentimenti più nascosti in musica. Tra i 14 pezzi è presente anche una canzone ispirata all’omonimo film con protagonista Joaquin Phoenix, Joker.

«joker è un ultimo, sentivo il bisogno di prenderne le parti» afferma lo stesso cantante, da sempre dalla parte di chi non ha voce, di chi è emarginato, di chi è ultimo. «in lui c’è sicuramente una predisposizione all’errore, ma è stato il mondo a far sì che diventasse cattivo» continua nella sua spiegazione.

L’album si svela a noi con delle ballate al pianoforte, stupendoci con qualcosa di nuovo che si discosta dal suo stile tradizionale e struggente. Rimane comunque distante dalle mode del momento, puntando più all’urgenza espressiva che avverte dentro di lui e che lo porta a scrivere testi dal sapore di poesia.

La tracklist di Alba e la spiegazione di Ultimo

Ultimo ci propone la sua voglia di rinascita, come se vedesse la luce dopo quello raccontato nell’album precedente “SOLO”, attraverso 14 canzoni per le quali spende delle note introduttive.

  • Alba. è una canzone che disegna una connessione con la parte più nascosta di me. Quella parte che tutti abbiamo, ma che, purtroppo, tendiamo a perdere di vista data la continua contaminazione esterna a cui siamo esposti quotidianamente. È una lettera per chiunque voglia guardarsi dentro e provare a ricominciare. È rivolta all’essere umano, alle sue fragilità e al bisogno che sente di superare i suoi limiti.
  • Nuvole in testa. Canzone-sfogo scritta mentre guardavo gli scatoloni del trasloco, pensavo a quanto fosse difficile far capire quello che avevo dentro.
  • Amare. È la canzone d’amore per eccellenza. Un amore che va a gonfie vele, un amore che esprime salvezza. Quando la scrivevo mi ha dato la stessa sensazione datami da “La stella più fragile dell’universo”, come se fossero gemelle, per questo ho voluto mantenere anche la stessa posizione nella tracklist (La stella più fragile dell’universo è alla posizione 3 dell’album “Peter Pan”)
  • Tutto diventa normale. È l’altra faccia di “Amare”. Tutte le cose belle diventano normali, al di là dell’amore, qualsiasi cosa nella vita ti porta a una normalità anche un po’ noiosa.
  • Tu. molto legato al sound R&B più melodico. In un attimo mi ritrovo a una cena a lume di candela, a New York
  • Vivo per Vivere. C’è una frase che mi rappresenta appieno: “resta con me, mentre cammino da solo”
  • Ti va di stare bene
  • Vieni nel mio cuore
  • Sono pazzo di te. Un brano da stadio: uptempo del disco
  • Joker (vedi citazione sopra)
  • La pioggia di Londra. Londra è una città che idealizzo molto, quando sono a Roma la penso tanto. Lì ci ho scritto buona parte del disco e con questo volevo descriverne la magia. Inizia la discesa che accompagna verso la chiusura del disco: è un pezzo molto intimo, cantato quasi sottovoce fino all’esplosione finale
  • Tornare a te. Tra le mie preferite del disco. È la fotografia della malinconia, spiegata con frasi quasi “spruzzate”, in un vero e proprio flusso di coscienza. È un brano che mi piace definire impressionista. C’è un’evoluzione musicale che fa sì che il brano sia come un viaggio, che esplode alla fine
  • Le solite paure. Nel testo è presente una frase che è un po’ il manifesto della mia musica, della mia “missione”: “lo so bene, dovrei avere anch’io una vita, ma ho scelto di usar la mia per crearne una collettiva”
  • Titoli di coda. È la chiusura ideale, s’inizia con “Alba” e si conclude con questo brano. Non è la fine, ma è vivere la fine, quando ti accorgi che le cose non vanno come pensavi.

Carola Antonucci

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