Oggi ricorre l’anniversario della Giornata mondiale per il dialogo tra religione e omosessualità, voluta nel 1999, in seguito alla vicenda che ha coinvolto Alfredo Ormando. Intellettuale e poeta siciliano, apertamente omosessuale, si suicida dandosi fuoco in Piazza San Pietro a Roma. Il suo viene ricordato oggi come un “gesto estremo” di protesta contro la chiesa cattolica e la sua demonizzazione dell’omosessualità.
Cosa è rimasto del gesto di Alfredo Ormando
Un conflitto non può mai essere risolto al livello in cui sorge: a quel livello ci sono solo un vincitore e un perdente, non una riconciliazione. Il conflitto deve essere spostato a un livello superiore, come se guardassimo una tempesta dall’alto.
Jeanette Winterson
Alfredo Ormando era originario di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Nato e cresciuto in una famiglia di contadini analfabeti, sin dal principio ha subito ingiustizie- se così si possono chiamare- per via del suo orientamento sessuale. Il contesto in cui si è ritrovato, così come le persone al suo interno, non è certo stato benevolo nei suoi confronti. Nonostante la situazione ostile però, il poeta aveva cercato di emanciparsi da quello che sembrava essere un destino segnato. Al momento del suicidio Alfredo era infatti iscritto all’Università di Palermo, dove già era sbocciata la sua carriera letteraria.
Un tema tanto delicato quanto scottante, quello dell’inclusione e dell’orientamento sessuale, che ancora oggi risulta essere problematico. Dall’anno seguente a quel giorno del 1998, è stata istituzionalizzata la giornata in questione per diffondere consapevolezza su quanto c’è ancora da fare- lottare- contro qualunque forma di discriminazione. Il blog Gaypost ci informa che da allora si sono susseguiti tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale pontefice, Papa Francesco, puntualizzando le loro dichiarazioni sull’omosessualità, dagli attacchi al World Pride a quelli ai diritti della comunità LGBT+.
Ad oggi ci sono stati ripetuti interventi, proteste e manifestazioni, ma la prospettiva attuale non è poi così lontana da quella degli anni ’90. Il contesto sociale va di pari passo. Urge cambiare prospettiva, partire dalla teologia della creazione- come per altro è già stato fatto in numerosi interventi- dal presupposto che tutta la creazione è buona e non sbagliata, in alcun modo condannabile, incluse la sessualità e la diversità. Ripartire e ripensare al sacrificio di Alfredo Ormando, per far sì che nessuno subisca più le conseguenze estreme e disumane, pagando un prezzo troppo alto, solo per essere quello che si è.
Joelle Cotza
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