Calcio

Allegri: “A giugno voglio tornare. Alla Juventus? C’è già Pirlo”

Dopo più di un anno, Massimiliano Allegri è tornato a parlare, e lo ha fatto alla trasmissione “Calcio Club” di Sky Sport. Tantissimi gli argomenti trattati dall’ex allenatore della Juventus, primo fra tutti ovviamente il suo futuro in panchina, fino ad arrivare ai problemi della Juventus, in crisi dopo la sconfitta di ieri contro il Benevento, e alla difficile situazione del calcio italiano in generale, con l’eliminazione di tutte le nostre squadre dalle coppe europee fatta eccezione per la Roma, che sarà impegnata ai quarti di finale di Europa League.

Il ritorno di Allegri in panchina

L’argomento principale è ovviamente quello del ritorno di Massimiliano Allegri in panchina, che, secondo quanto dice il diretto interessato, è ormai vicinissimo. Tante le opzioni a disposizione del tecnico, con diverse voci che portano al momento a Roma, sponda giallorossa, e a Napoli: “Del futuro non so ancora niente. Ma a giugno voglio tornare, mi diverte ricominciare ad allenare“. Per quanto riguarda invece il capitolo Juventus, con l’addio nell’estate del 2019 dopo cinque anni caratterizzati da cinque scudetti e due finali di Champions League, oggi a Torino sono tanti i tifosi che lo rimpiangono, ma Allegri, sulla possibilità di un ritorno in bianconero, si esprime così: “Alla Juve? No, c’è Pirlo che sta facendo bene“. E sulla fine del suo rapporto con la Juve: “Sono stato cinque anni benissimo, la chiusura è arrivata in modo naturale – dice -. Mi dispiace che la Juventus abbia perso, ma dobbiamo dare meriti al Benevento. Non guardiamo sempre le cose negative, il Benevento oggi ha fatto una partita importante. Parliamo anche di chi fa le cose in maniera positiva. Cosa è successo con Andrea Agnelli quando ci siete divisi? C’è stata una diversità di vedute. Non sapevo di Sarri, assolutamente. Non ce ne siamo nemmeno resi conto, è stata una chiusura naturale. La scelta è stata del presidente ovviamente, ma con lui sono rimasto in ottimi rapporti”.

Le difficoltà del calcio italiano

Il calcio italiano, con le recenti eliminazioni di Juventus, Lazio e Atalanta agli ottavi Champions e con l’uscita di scena del Milan agli ottavi di Europa League, non sta attraversando un grandissimo momento, con la sola Roma rimasta a tenere alta la bandiera italiana in Europa. Per quanto riguarda l’inaspettata e dolorosa eliminazione della Juventus per mano del Porto e il rendimento generale della squadra di Pirlo, le dichiarazioni di Allegri sono le seguenti: “Cosa manca alla Juve per tornare in finale di Champions? Non lo so. Una cosa che mi ha insegnato Fabio Capello è che vedendo i giocatori dall’esterno forse li avrei mandati via, mentre allenandoli poi è un’altra cosa. Come faccio a dire cosa manca? Io dico che la Juventus ha lavorato bene, è in finale di Coppa Italia quindi può vincerla e entrare nelle prime 4 in campionato, non sarebbe male. Poi non dimentichiamoci che il Covid ha stravolto tutti gli equilibri. Male in campionato? Il centrocampo è stato cambiato completamente in blocco, la rosa è di qualità. Serve calma, i giocatori non sono come le macchine che la cambi uguale e hanno lo stesso rendimento. Comunque, se nel campionato italiano i migliori sono ancora quelli più avanti con l’età come Ronaldo, Ibrahimovic e quando gioca Chiellini vanno fatte delle riflessioni”.

Da qui, le dolorose riflessioni sul livello del calcio italiano, con Allegri che esprime le sue idee sull’eccessiva tattica che sembra spesso costituire un limite per le nostre squadre in campo europeo e su cosa serve al nostro calcio per tornare in alto a livello internazionale: “Ho fatto delle riflessioni, penso che per il calcio italiano dobbiamo rimboccarci tutte le maniche, le eliminazioni delle italiane debbano farci riflettere. Spesso si parlava di me in contrapposizione ai “giochisti”. Io sono cresciuto con allenatori vecchio stile e credo che non sia tutto da buttare né questo né quello. Il calcio è roba seria, serve equilibrio. Bisogna mettere al centro di nuovo il giocatore e lavorarci. La tattica serve, ma poi in Europa affronti giocatori che passano la palla a 100 all’ora, bisogna tornare a lavorare sui settori giovanili e sulla tecnica individuale. A me dispiace dirlo, ma i giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi. Io sono stato innamorato perso dei miei giocatori, ieri ho visto con mio figlio un servizio su Ronaldinho e mi sono emozionato. Non si può mettere al centro la tattica se non hai i giocatori giusti”.

Le altre dichiarazioni di Allegri

Non solo ritorno in panchina e Juventus. Tanti altri infatti sono stati gli argomenti toccati da Allegri a Sky. Si parte dall’Inter di Conte, ormai lanciatissima verso lo scudetto: “L’Inter? Ha la potenzialità per fare un’ottima Champions il prossimo anno. Barella e Bastoni sono cresciuti molto, Conte sta facendo un gran lavoro già dallo scorso anno. LukakuLautaro? In questo momento è la miglior coppia in Italia. È stato molto bravo Conte a metterli in condizione di fare la differenza“. E sulla preferenza tra Ronaldo e Messi e sulle stelle più giovani che possono seguire le loro orme: “Se scelgo Ronaldo o Messi? Sono due giocatori diversi. Uno è più grande (CR7), uno è più forte (Messi). Su Haaland si può lavorare tecnicamente, ma ha un potenziale incredibile, su 10 metri te ne leva 7“.

Infine sul famoso episodio della sfuriata di Carpi seguita dal lancio della giacca: “La famosa arrabbiatura che mi fece lanciare la giacca? Era l’ultima partita prima della sosta. Dicevo sempre ai ragazzi: “Non mi rovinate le vacanze, prima della sosta non voglio perdere”. E quella volta entrò Lichtsteiner che fece uno stop al contrario dentro l’area e prese una traversa e mi tolsi la giacca. Come col Frosinone: al 93′ Dybala batte un angolo, dribbla e perde palla: angolo e gol preso. Lui era alla sua seconda partita alla Juventus: in bianconero quella palla sull’1-0 la tieni, non c’è bisogno di fare il 2 a 0″.

Francesco Basso

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Credit foto: Pagina facebook Massimiliano Allegri Fans Page

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