Nella mitologia classica greca Icaro era figlio di Dedalo architetto, scultore e inventore e di Naucrate una delle schiave del re Minosse. Dedalo costruì il labirinto per il Minotauro un essere mostruoso con il corpo e di un uomo e la testa di toro frutto del tradimento della moglie di Minosse, Pasifae con il Toro di Creta. Nel contempo a Dedalo e al figlio Icaro venne preclusa ogni via di fuga dall’isola da parte del re che li rinchiuse nel labirinto, temendo che fossero svelati i segreti della sua struttura. Così Dedalo escogitò un piano per scappare: costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con della cera. Malgrado il padre avvertì Icaro di non volare troppo alto, egli si fece prendere dall’ euforia del volo e avvicinandosi in direzione del sole, il calore fuse la cera provocando la sua caduta in mare.
E qui si apre il sipario per la poesia di Serena Gatti e le suggestive melodie di Raffaele Natale nell’Autorimessa Cava di Tufo alle pendici di Capodimonte.
Luci a intermittenza fuoriescono da un imponente varco rimbalzando su una sagoma femminile, si appresta a nascondersi sotto un velo fluorescente, per poi abbandonarlo e rivelarsi a chi non vede l’ora di avere di più. Si siede sogghignando, mostra una finta incertezza, quella del personaggio che veste. Un alieno che scopre la vita sulla terra o una bambina che entusiasta si crogiola nell’esprimersi in semplici parole: palla, musica, sabbia.
Si abbandona a sinuose movenze delle mani che accarezzano la pelle a ritmo di note musicali, mentre i fari di un auto fanno scorgere meglio i dettagli che la caratterizzano: occhiali enormi che nascondono il viso, guanti vistosi e vestiario scuro che contrasta con la luce che porta dentro quella che sta per esplodere.
Invita la platea nel suo covo dove si abbandona ad un lungo discorso fatto di personali versi poetici, impossibile da riportare qui uguali a come sono stati uditi, vissuti. D’altro canto può essere descritto il significato che l’artista ha conferito ad un mito, capovolgendo la morale. Viene insegnato fin da epoche ancestrali che chi trasgredisce le regole, chi si oppone a determinati limiti, subisce negative conseguenze. Ma perché non si può essere un’eccezione? Perché non si possono indossare delle ali e distaccarsi dall’omologazione?
L’essere diversi porta a compiere azioni al di fuori della propria portata. Ciò non induce necessariamente ad uno sbaglio, in quanto dall’altra parte di un muro che costruisce lo standard della società, si sente il richiamo della bellezza infinita: libertà ricercata, talvolta persa. Quanti di voi possono considerarsi un po’ Icaro? Quanti di voi hanno il coraggio di spiccare il volo?
Ribellatevi e siate folli, intraprendendo una strada alternativa in opposizione al potere costituito (il padre, la società, il giudizio esterno). Are you ready to lose control?
Maddalena Tortora