I primi casi di Coronavirus nelle comunità indigene dell’Amazzonia. A preoccupare è l’idea che se il patogeno dovesse espandersi in queste comunità indigene, potrebbe provocare una catastrofe sanitaria e sociale.
Cosa sta succedendo in Amazzonia
L’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova l’intero pianeta, ma ci sono popolazioni che rischiano molto più di altre. Parliamo delle popolazioni indigene che vivono in Amazzonia, dove sono stati appena confermati i primi casi di contagio.
Ad essere colpita è la comunità Yanomam il cui territorio si estende in Brasile tra gli stati del Roraima e dell’Amazonas.
Purtroppo, il primo caso confermato è un ragazzo di 15 anni, tornato nella sua riserva a seguito della decisione di chiudere le scuole come misura per contrastare la diffusione del virus.
Il giovane, come ha annunciato lo Yanomami Special Indigenous Sanitary District (DSEI), è stato ricoverato lo scorso 3 aprile con i sintomi tipici del coronavirus presso il General Hospital di Roraima (HGR) di Boa Vista, risultando positivo al Covid-19.
Sfortunatamente, le condizioni del ragazzo si sono aggravate rapidamente con un versamento di liquido dei polmoni. Per questo, i medici hanno deciso di trasferirlo nel reparto di terapia intensiva.
Altri sette casi nella comunità di Yanomami
Le autorità sanitarie hanno individuato anche altri sette casi di positività nella comunità Yanomami, oltre a quattro componenti del popolo indigeno Kokama a Santo Antônio do Içá, nello Stato di Amazonas.
La paura rimane: il rischio che il virus possa diffondersi rapidamente nelle comunità remote è molto alto, ecco perché gli esperti sono fortemente preoccupati per una possibile catastrofe sanitaria e sociale.
Dopo la conferma dei primi casi le autorità sanitarie stanno facendo tutto ciò che è nel loro potere per assistere la popolazione, promuovendo il distanziamento sociale e l’isolamento dei soggetti che mostrano sintomi respiratori.
Anche se al momento la diffusione sembra ancora limitata, non si esclude che focolai possano esplodere rapidamente nelle tribù degli ‘incontattati’, ovvero coloro che vivono isolati dal resto del mondo.
La paura che il virus potrebbe letteralmente sterminare intere comunità, si fa sempre più prepotente.
Gli anziani sono, ovviamente, i più vulnerabili e le loro eventuali morti priverebbero le tribù dei capi, della loro storia, col rischio di disordini interni.
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