Continua il viaggio nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Nello scorso numero dedicato vi abbiamo raccontato della grande Lalla Romano e della sua esperienza nella resistenza. Nel nostro nuovo appuntamento affronteremo la storia e le opera di una delle più importanti poetesse del 900’: Amelia Rosselli.
Amelia Rosselli, tra tormento e angoscia
La vita di Amelia Rosselli è stata segnata da alcuni gravi avvenimenti che segnarono profondamente la sua salute mentale per tutta la vita. Il più importante fra tutti la morte del padre e dello zio, due importanti antifascisti uccisi in Francia negli anni 30’ per ordine di Ciano e di Mussolini. Questo comportò per lei una vita in Francia e negli Stati Uniti fino a 18 anni. Il sentirsi rifugiata e vivere la sua adolescenza tra Parigi e gli Stati Uniti accentuarono il carattere cosmopolita della sua opera. A questo si aggiunse la grave malattia psicologica che la portò nella cliniche di molti famosi psicologi dell’epoca. Amelia si sentiva perseguitata da inesistenti agenti segreti e lacerata nel suo inconscio che faticosamente riscopriva attraverso la psicanalisi. Accanto a questo si pone anche il suo impegno attivo in favore dei diritti lavorativi delle donne, segnato dalla sua iscrizione al PCI nel 1958.
Le opere di Amelia Rosselli
“Premettevo che il discorso intero indicasse il pensiero stesso, e cioè che la frase (con tutti i suoi coloriti funzionali) fosse una idea divenuta un poco più complessa e maneggiabile, e che il periodo fosse l’esposizione logica di una idea non statica come quella materializzatasi nella parola, ma piuttosto dinamica e «in divenire» e spesso anche inconscia. Più tardi presi ad osservare il mutare di questo delirio o rullo nel mio pensiero a seconda della situazione che il mio cervello affrontava ad ogni cantonata della vita, ad ogni spostamento spaziale o temporale della mia quotidiana pratica esperienza.”, scrive Amelia Rosselli a proposito della sua poesia che risentiva di una ricerca quasi musicale dello stile.
Tra le opere scritte da grande poetessa vogliamo soffermarci in particolare su “Variazioni Belliche” e “Documento”. Nella prima opera, divisa tra prosa e poesia, la nostra poetessa annuncia la sua poetica violenta e musicale attraverso lo stile nuovo della “forma-cubo”. Uno stile così fitto da costituire un blocco quadrato che dà profondità e forza al testo. In quest’opera viene affrontato il dramma personale della seconda guerra mondiale scatenato dall’assassinio del padre della poetessa. In “Documento” invece attraverso la poesia Amelia Rosselli ci regala una testimonianza toccante e indelebile del suo dramma esistenziale causato da catastrofi e delusioni che la porteranno continuamente in psicanalisi.