America’s Cup, Luna Rossa e Team New Zealand si spartiscono la posta in gioco nelle prime due regate della finalissima. Nella suggestiva cornice del golfo di Hauraki di Auckland (Nuova Zelanda), le due imbarcazioni migliori del mondo sono arrivate, finalmente, allo scontro frontale nell’ultimo atto della competizione più importante in campo velistico. Entrambe dotate di grandi mezzi, la prima giornata di regate (andata in scena nel primo pomeriggio neozelandese, alle 04:00 di mattina italiane) ha prodotto un’assoluta parità tra il team oceanico, detentore del trofeo, e quello italiano, sfidante di questa 36a edizione del torneo.
America’s Cup: Luna Rossa va sotto ma pareggia la contesa
Questione di secondi. La differenza di forza, almeno in questo primo capitolo, è davvero minima tra le due imbarcazioni: nella prima regata, Team New Zealand ha tagliato il traguardo con 31 secondi di anticipo sull’avversario, mentre nel secondo atto è stata Luna Rossa a precedere i campioni in carica tagliando il traguardo 7 secondi prima dei neozelandesi. Un buon pareggio che mostra, ancora una volta, il carattere indomito dell’equipaggio di stanza sulla barca di Prada: non era semplice, infatti, rispondere immediatamente al primo colpo sferrato dai favoriti del pronostico.
Soddisfatto il timoniere James Spithill di Luna Rossa: “È stata una bella regata, una lotta di virate sicuramente. Siamo riusciti a rialzarci bene dopo la prima regata. L’errore nel finale della seconda gara? Siamo arrivati alla boa e abbiamo visto una pressione che poteva essere positiva sulla destra, siamo riusciti ad andare a cercarla e abbiamo seguito il piano definito. Poi ci siamo mantenuti calmi e siamo arrivati al traguardo”.
Meno contento Peter Burling di Team New Zealand: “La partenza non è stata delle migliori e quando l’avversario va davanti dobbiamo inseguirlo. Forse siamo un po’ arrugginiti, siamo stati quasi tre mesi senza regate, ma la prima regata ci ha fatto capire che abbiamo le nostre possibilità di vincere. Sicuramente è un po’ che non regatiamo, ma ci siamo sentiti bene”.
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