Amnesty allerta tutti: “Attenzione all’Ungheria”

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Di Redazione Metropolitan

La situazione europea, dinnanzi all’emergenza coronavirus non e’ delle migliori, in questo momento purtroppo L’Unione Europea non sta facendo “Unione”. Leggi il nostro approfondimento qui. Poche ora fa Amnesty International ha messo tutti in guardia, in merito alle conseguenze che scatteranno dalle decisioni che l’Ungheria prenderà.

Ungheria: una proposta di legge illegibile

Oggi infatti il parlamento di Budapest voterà una proposta di legge che, in caso di approvazione, autorizzerà l’esecutivo a governare, ai sensi dello stato d’emergenza, attraverso decreti, senza alcuna supervisione efficace, senza una chiara data di interruzione e senza revisioni periodiche.

”Questa legge rischia di dar luogo a uno stato d’emergenza privo di controlli e a tempo indeterminato e di dare al governo di Viktor Orbán via libera per limitare i diritti umani. Non è questo il modo di affrontare la crisi posta dalla pandemia di Covid-19. Abbiamo bisogno di forti garanzie in grado di assicurare che ogni misura limitativa dei diritti adottata sulla base dello stato d’emergenza sarà strettamente necessaria e proporzionale per proteggere la salute pubblica. La nuova legge non può conferire al governo il potere illimitato di andare avanti a forza di decreti in nome della pandemia”, ha dichiarato David Vig, direttore di Amnesty International Ungheria.

Continua David Vig “Abbiamo bisogno di forti salvaguardie per garantire che qualsiasi misura di restrizione dei diritti umani adottata durante lo stato di emergenza sia strettamente necessaria e proporzionata, volta a proteggere la salute pubblica. Questa nuova legge non deve conferire al governo poteri illimitati, che permettano di governare per decreto oltre la pandemia”. Durante i suoi anni in qualità di Primo Ministro, Viktor Orbán ha supervisionato una riduzione dei diritti umani in Ungheria, alimentando l’ostilità verso i gruppi emarginati e cercando di mettere a tacere le voci critiche presenti nel paese. Permettere al suo governo di governare per decreto significherebbe probabilmente accelerare questa marcia indietro”.