A Cupramontana, piccolo comune vicino ad Ancona, un bambino di appena 5 anni è stato soccorso in fin di vita dai sanitari chiamati dai familiari. Il pm Valentina Bavai sta interrogando il padre 25enne della vittima in cura per problemi psichiatrici.
Il nuovo anno si apre nel segno del dramma. Ancora un altro bambino ucciso, questa volta vicino ad Ancona, a Cupramontana.
E’ accaduto tutto nella prima serata di ieri, quando i soccorsi sono stati chiamati e si sono trovati davanti ad una scena raccapricciante. In un appartamento di uno stabile sito a Cupramontana, nei pressi di Ancona, giaceva in fin di vita un bambino di appena 5 anni.
I sanitari hanno cercato di rianimarlo per più di mezz’ora quando hanno dovuto smettere e decretarne la tragica morte.
Non si conoscono ancora i motivi del decesso bel bambino che viveva con la madre, incinta, e il padre 25enne di origini macedoni in cura per motivi psichiatrici.
Proprio i problemi mentali che affliggono il padre della giovane vittima fanno pensare le autorità ad un suo attivo coinvolgimento nei fatti. Il pm di turno, Valentina Bavai sospetta infatti che il bambino sia stato ucciso dallo stesso padre in preda ad un raptus.
Il bambino potrebbe essere stato soffocato dal padre
La giovane vittima potrebbe essere stata strangolata e soffocata, seppur non sono stati riscontrati nell’immediato segni particolari in questo senso.
Proprio questa è la strada che sta battendo il pm di Ancona mediante un lungo interrogatorio a cui ha sottoposto il principale indiziato del delitto, il padre.
Bisognerà invece aspettare le prossime ore per avere informazioni certe circa le cause del decesso del bambino. Dopo un’indagine sommaria, infatti, il medico legale Mauro Pesaresi dovrà procedere ad un’indagine tecnica mediante autopsia da eseguirsi presso gli Ospedali Riuniti di Ancona.
Quanto alla dinamica dei fatti non si esclude che il bambino sia stato aggredito altrove rispetto all’abitazione dove poi è stato soccorso. Si pensa che la furia del padre (se verrà confermata) possa essersi scatenata in auto dove l’uomo avrebbe messo le mani al collo del bambino. Già in gravi condizioni sarebbe poi stato portato nella sua abitazione per chiamare i soccorsi, forse in un momento di maggiore lucidità.
La madre del bambino, trovatasi in casa davanti ad una scena così drammatica, ha accusato un malore tanto da richiedere anche per lei l’intervento dei sanitari che ne hanno poi disposto il ricovero presso l’Ospedale Carlo Urbani di Jesi.