Sembra confermato che il cadavere in stato di decomposizione rinvenuto in un casolare semi abbandonato a Montecarotto (in via Montecarottese) , in provincia di Ancona, sia quello di Andreea Rabciuc, la 27enne di origine romena scomparsa due anni fa a Jesi. In attesa delle analisi di laboratorio, il giubbotto e le scarpe rinvenuti sul corpo ridotto quasi a scheletro sarebbero compatibili con quelli indossati da Andreea. Tra l’altro il luogo del ritrovamento dista meno di un chilometro dal luogo in cui la ragazza era stata avvistata l’ultima volta quando all’alba del 12 marzo 2022 si allontanò dalla roulotte in cui avrebbe trascorso la notte con il fidanzato e una coppia di amici. 

Andreea Rabciuc trovata morta dopo due anni

La svolta (decisiva) nel primo pomeriggio di ieri, sabato 20 gennaio. Il proprietario del casolare di via Montecarottese, quando da poco sono passate le 15, esce di casa per raccogliere della legna, accatastata proprio all’interno dello stabile. L’uomo, residente a Moie e co-proprietario dell’immobile insieme al fratello, accede dal portone principale ed entra in una stanza, un’ex cucina dichiarata inagibile, ormai adibita a legnaia. A quel punto si blocca: davanti a lui, appoggiate su una scala (che collega il solaio ormai crollato) ci sono delle ossa umane, con attorno un giubbetto ed un paio di scarpe. Ancora sotto choc allerta i carabinieri che, una volta intervenuti, collegano fin da subito gli indumenti ritrovati a quelli indossati da Andreea nei giorni della scomparsa. Gli investigatori non hanno dubbi: si tratterebbe della 28enne romena, anche se per l’ufficialità bisognerà attendere come da prassi i risultati del test sul dna.

E pensare che quel casolare era già stato controllato nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Andreea. Il 16 marzo infatti i carabinieri entrarono all’interno dello stabile, mappando l’area con i droni ed utilizzando i cani molecolari: “Quel giorno sono entrato anche io – conferma ai nostri microfoni un volontario della protezione civile – perché era arrivata la segnalazione di un vetro infranto. Ricordo bene quella zona e non avevo riscontrato anomalie. La casa in quel punto è diroccata e non agibile. Mi ricordo che facevo fatica a districarmi per via del solaio in parte crollato”. Nel luogo del ritrovamento anche il pm Irene Bilotta. Poco dopo arriva anche Emanuele Giuliani, l’avvocato difensore di Simone Gresti, sul posto per prendere parte agli accertamenti irripetibili sui resti umani: “Non mi aspettavo un epilogo del genere – afferma – sono dispiaciuto umanamente. Dopo due anni è inconcepibile che il corpo venga ritrovato a cinque passi dal luogo della scomparsa in un casolare abbandonato. Ho già chiamato Simone per avvertirlo ed è rimasto sotto choc”.