Maria De Filippi nella puntata del 14 settembre di “Uomini e Donne”, prima di introdurre la nuova tronista Andrea Nicole, mostra a “Tu si que vales” la storia di Martina Panini che ha raccontato alla giuria la sua storia di transizione, di quando ha scoperto a cinque anni di sentirsi nel corpo sbagliato, quello di un bambino, Marco. Grazie alla nonna Antonia, Martina ha cominciato un lungo percorso che le ha permesso di essere felice. Molte sono le parole di solidarietà da parte di Gerry Scotti, Sabrina Ferilli e di tutta la giuria.

Queste immagini vengono mostrate come introduzione a Andrea Nicole, donna nata anche lei in un corpo maschile. Ma ecco le sue parole, che spiegano molto meglio delle nostre il suo percorso, non senza difficoltà:

«Ho 29 anni, vengo da Milano, come ha detto Maria nasco con un sesso biologico diverso da quello che vedete adesso. Ho intrapreso il percorso di transizione molto presto, avevo 15 anni quando l’ho esternato ai miei genitori e a 16 inizio le terapie psicologiche che servivano per avviare il percorso. Lo faccio principalmente da sola perché in principio i miei genitori, io li comprendo totalmente, non capivano quello che volessi, non capivano le mie intenzioni e come si sentissi realmente. Quindi io dopo aver confessato loro i miei stati d’animo e le mie intenzioni, in sostanza me la sono vista un po’ da sola, per non creare loro altro disagio». Continua: «Quindi finita la scuola cerco un lavoro, consapevole del fatto che mi sarei dovuta procacciare quelli che erano i soldi necessari per poter andare avanti con le terapie, che comincio quando ho 18 anni, 19 più o meno. Terapie che mi servono per far capire ai miei genitori, con i miei cambiamenti che stavo subendo, che era quella la strada giusta per me, nonostante l’avessi manifestato fin da piccolissima anche nelle piccole cose… ma è sempre difficile per un genitore capire cosa sta succedendo in quel caso, soprattutto in una situazione del genere. Quindi quando iniziano le terapie inizia a cambiare il mio umore, inizio a stare meglio. Visti questi cambiamenti i miei genitori capiscono che sono sulla strada giusta e iniziano a appoggiarmi fino a quando nel 2014 volo a Barcellona dopo le varie autorizzazioni del tribunale per l’intervento e per il cambio dei documenti concludo il mio percorso. Avevo 22 anni nel 2014 ho concluso il percorso. Non voglio dire che dal 2014 sono donna perché lo sono dalla nascita, diciamo che dal 2014 anche lo Stato Italiano mi riconosce come una donna».