Nelle carte della Procura di Belluno Angelo Izzo, il “mostro del Circeo”, confessa di aver preso parte all’omicidio di una giovane ragazza, nel 1975: i fatti raccontati in diversi interrogatori porterebbero a Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni a Tai di Cadore.

Uccidemmo anche una ragazza friulana. Con queste parole, Angelo Izzo, il “mostro del Circeo”, ha riaperto in maniera inattesa il giallo sulla morte di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nel 1975 a Tai di Cadore e mai più ritrovata.

Non si tratta di una nuova dichiarazione ma di parole risalenti al 2016 quando Angelo Izzo, in carcere a Velletri per scontare due ergastoli, riferì i fatti ai pm Eugenio Albamonte e Michele Prestipino, dopo che egli scrisse in una lettera di volere fare alcune dichiarazioni su determinati fatti accaduti in passato.
Le indagini che ne derivarono furono a seguito archiviate in quanto le dichiarazioni furono bollate come inattendibili e prive di riscontri. Izzo, invece, fu denunciato per calunnia e autocalunnia. Gli atti furono poi inviati, per questioni di competenza territoriale, dalla procura di Belluno (che inizialmente fu investita della vicenda) a quella di Perugia.

Nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Angelo Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell’uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei” – ha spiegato Paolo Luca, il Procuratore di Belluno che ha poi investito dell’inchiesta i giudici di Perugia.

Le dichiarazioni di Angelo Izzo, rese note al pubblico solo ora, metterebbero la parola fine alla scomparsa di Rossella Corazzin, sulla quale furono aperte e chiuse varie indagini senza mai raggiungere alcuno stralcio di verità.
Rossella Corazzin, una ragazza 17enne di San Vito al Tagliamento, scomparve il 21 Luglio del 1975 a Tai di Cadore, dove si trovava in vacanza con i genitori: di lei si persero completamente le tracce non appena uscita per andare a fare una passeggiata da sola nei pressi del Monte Zucco. Nessuna traccia della ragazza fu mai più trovata, tanto che nel 2010 il Tribunale di Pordenone ne dichiarò legalmente la morte.

Secondo quanto riferito da Izzo, Rossella Corazzin fu avvicinata, catturata e sequestrata dallo stesso insieme ad altre persone, tra cui sembra anche Andrea Ghira che partecipò con lui al massacro del Circeo, mentre stavano raggiungendo la località montana di Cortina. Nella sosta a Tai di Cadore il gruppo, dalle ricostruzioni di Izzo, notò la ragazza e la sequestrò, con l’intento di seviziarla e stuprarla, perché vergine, in una villa sul Lago Trasimeno, dove fu portata e uccisa.

Sulle dichiarazioni di Angelo Izzo ha preso la parola l’avvocato Massimo Ciardullo, difensore di Gianni Guido, condannato in passato insieme ad Izzo e ora tornato libero. Le dichiarazione del “mostro del Circeo”, infatti, potrebbero chiamare in causa anche lo stesso Guido, tanto che Massimo Ciardullo le ha definite come “una notizia priva di qualsiasi fondamento. Quello che racconta Angelo Izzo va sempre preso con le molle perché in passato ha dimostrato di essere una persona non coerente e lineare“.

Nella stessa direzione si è espresso anche Enzo Guarnera, per anni difensore di Angelo Izzo. 
All’epoca, quando avevamo contatti, non mi parlò mai di questo omicidio – ha commentato l’avvocato– mi appare strano perché in quegli anni avevamo un buon rapporto sul piano difensore-cliente e ritengo che me lo avrebbe raccontato. Poi tutto è possibile ma resto perplesso e sorpreso di questo fatto nuovo che avrebbe commesso”.

Di diverso avviso, invece, Rolando Iorio, attualmente il legale di Angelo Izzo. 
In passato Angelo Izzo mi ha raccontato della vicenda di Rossella Corazzin, e mi ha detto che con lui c’erano altre persone tra cui Andrea Ghira, coinvolto con lui nel massacro del Circeo. Izzo, che ho incontrato nell’aprile scorso, già nel 2016 mi aveva parlato di questa vicenda sulla quale non posso soffermarmi perché sono in corso indagini. In questi anni mi ha messo a parte di molti episodi spesso non è stato creduto, ma non sarebbe corretto dargli una patente di inattendibilità perché in alcuni casi le sue parole hanno ottenuto riscontri dagli inquirenti“. 
Stando a quanto, dunque, i pm perugini avrebbero duvuto prendere in considerazione le dichiarazioni di Izzo, anche al fine di riaprire nuovamente l’inchiesta, archiviata invece lo scorso anno; per di più a seguito dell’arrivo dei verbali presso il Palazzo di Giustizia di Belluno, i quali riconfermerebbero quanto raccontato dall’uomo in passato.

Se questo accadrà, Angeo Izzo (e chi ha agito con lui) potrebbe rispondere di un nuovo efferato atto criminale, oltre al massacro del Circeo, quando, il 29 Settembre del 1975, Maria Rosaria Lopez e Donatella Colasanti furono barbaramente violentate in una villa della nota località balneare e poi lasciate dentro un bagagliaio di una macchina a Viale Pola, a Roma. La Lopez morì mentre la Colsanti si salvò, fingendosi morta, pur rimanendo segnata per tutta la vita.
Inoltre, Izzo si trova in carcere per rispondere anche dell’omicidio che nelll’Aprile 2005, uscito dal carcere, commise a Ferrazzano, uccidendo la moglie e la figlia di Giovanni Maiorano, in passato membro della Sacra Corona Unita.

Di Lorenzo Maria Lucarelli