Animali Fantastici e dove trovarli: non durante un film di Animali Fantastici, pare; o almeno, non durante Animali Fantastici I segreti di Silente, che non sapete quanto avrei voluto promuovere in sede di recensione. Prima di averlo visto, si intende. Invece, non riesco proprio a comprendere perché una saga così promettente sia stata trasformata in un improbabile Far West magico privato di gran parte delle sue atmosfere peculiari e mistiche. Una fiera di magie esplosive e pirotecniche, sì, di effetti speciali riusciti e personaggi carismatici… se presi singolarmente ed estrapolati dal contesto narrativo. Perché sì: purtroppo nemmeno la trama funziona in Animali Fantastici i Segreti di Silente. E anzi, è forse il punto debole più cedevole di tutta la produzione firmata Wizarding World.
Animali Fantastici I segreti di Silente Recensione, andiamoci piano coi piani
Senza spoilerare gli accadimenti principali della storia, il film riprende esattamente da dove il precedente si era concluso. Grindelwald è fuggito, ed è ora il ricercato numero uno del mondo magico. Mentre Albus Silente, un sempre ottimo e credibilissimo Jude Law, ordisce un piano per catturarlo e consegnarlo alla giustizia vivo e vegeto. Infatti, come i fan del Wizarding World sanno benissimo, tra i due c’è stata una profonda storia d’amore giovanile che è sopravvissuta persino alle profonde divergenze di opinione sui Babbani di Grindelwald e Silente. Un patto di sangue magico stipulato in quei giorni d’amore impedisce perciò ai due di combattere direttamente, o anche solo di “pensare di combattersi”.
Capite? La pellicola è appena ai primi giri nel proiettore, e già il comparto narrativo subisce la prima, pesante bordata. Come può Silente ordire un piano per fermare il suo nemico dallo sterminare i Babbani, senza tradire di fatto il patto di sangue che li lega e subire le pesanti conseguenze che ne scaturiranno? Un cortocircuito logico, il primo di tanti, che non viene spiegato e pesa su tutta la credibilità della storia.
Per giustificare il titolo (ormai piccolissimo in tutte le grafiche ufficiali, mentre I SEGRETI DI SILENTE campeggia fiero al centro) il fu protagonista della serie, Newt Scamander, è ovviamente parte del gruppo di maghi scelto per mettere in atto il piano. Che coinvolge un cervo magico (un Qilin per i più smaliziati potterhead) capace di discernere le buone intenzioni e la purezza di cuore dei maghi, un’elezione a Presidente del Mondo Magico (più o meno) e la neo-nata capacità di Grindewald di vedere sprazzi di futuro decontestualizzati.
In pieno Rick e Morty style, il secondo corto circuito logico principale del film si palesa in tutta la sua potenza: il piano di Silente è, apparentemente, non avere un piano. O meglio, avere un piano studiato diverso per ogni membro della squadra, che nessuno degli altri conosce. Ma che, miracolosamente, converge in un unico e mirabolante piano-non piano per contrastare il piano-piano di Grindelwald.
Purtroppo, il tentativo evidente di emulare una sorta di Heist Movie magico fallisce ancor prima di diventare interessante. Con trovate incomprensibili nate per essere tali solo finchè non te le spiegano che, però, non solo non vengono spiegate; ma sono nella maggior parte dei casi DAVVERO prevedibili e scontate. Dunque, con queste premesse, tutti i colpi di scena sono fallati dalla consapevolezza che niente ha senso, e tutto deve prima o poi avere senso in qualche modo. Guarda caso, l’unico modo che favorisce i protagonisti e il loro vincere sul grande cattivo della storia.
Nota a margine, così ci leviamo il dente: la trasformazione fisica di Grindelwald non è spiegata nemmeno con un frame a caso di un giornale che reciti “il maestro del trasformismo ha di nuovo ingannato tutti con una faccia finta”. E per quanto Mads Mikkelsen sia un attore fenomenale, capace di dar vita a cattivi iconici, nelle vesti magiche di Grindelwald stona davvero troppo con la versione “pazza pazza” interpretata da Johnny Depp. Così, sotto gli occhi attoniti degli spettatori il personaggio non solo cambia volto, ma anche personalità e modi di esprimersi e agire. Forse fa tutto parte di un piano-non piano-piano che si rivelerà nel prossimo film Animali Fantastici? Nel frattempo, è solo, nuovamente, un elemento fin troppo casuale.
Magie o fucili laser?
In modo non dissimile da altre produzioni, alcune lontanissime da Harry Potter e la sua carica “occidentale” come Naruto (un esempio su tutti) il Wizarding World sta lentamente perdendo la capacità di sorprendere a colpi di magie… davvero magiche. Lontani sono i tempi in cui un Wingardium Leviosa ci stupiva, un Avada Kedavra ci terrorizzava, un “Feraverto” trasformava gli uccelli in calici da acqua; in cui esisteva un evidente dislivello di abilità e capacità tra maghi giovani e maghi anziani, tra magie livello “base” e applicazioni avanzate che giocavano con le leggi della fisica, della natura, e della scienza.
In Animali Fantastici I segreti di Silente la bacchetta è ridotta nella maggior parte dei casi a un fucile laser potentissimo, con qualche modalità di fuoco alternativo tra cui switchare e ben poche applicazioni fantasiose od originali. Non fatemi parlare della “bacchetta” data al Babbano Jacob, vi prego. Non volete saperne nulla. Nulla.
Così, anche accettando che il contesto narrativo “guerresco” imponga ai maghi presenti su schermo di sfidarsi a suon di magie offensive, tutte più o meno simili e mirate a invalidare l’avversario e metterlo k.o., è comunque desolante assistere al lento arrendersi all’action puro del Wizarding World. Se ho citato Naruto, per i più “orientali” tra voi, è perché nel manga/anime accade esattamente la stessa cosa. Poteri inizialmente senza limiti, le cui implicazioni dipendevano, in sostanza, dalla fantasia dell’utilizzatore e dalla sua abilità diventano sempre meno unici e sempre più standardizzati. A servizio di una trama in cui i protagonisti non hanno più bisogno di studiare modi articolati o intrattenenti per superare gli ostacoli. Che diventano burro di fronte a livelli di potenza immotivati, variabili in base alle circostanze e a varie plot armour; incomprensibili.
Animali Fantastici I segreti di Silente Recensione, in conclusione: frettoloso
Non avrei voluto “demolire” Animali Fantastici i segreti di Silente in questa recensione. Ma per comprendere perchè, alla fine, l’ho fatto basta una parola: frettoloso. Tutto lo svolgimento narrativo è frettoloso, come se volesse sbrigarsi a chiudere le finestre aperte con la precedente pellicola per aprirne altre (meno interessanti). I combattimenti, per quanto pirotecnici e ben animati da una CGI ormai perfetta, sono tutti identici e identicamente velocissimi. Un rapido sventolare di bacchetta, un paio di esplosioni, e tutti a casa a bere burrobirra.
Magari. Invece, nel tentativo di rendere più interessante di quanto non sia la storia pensata per il film, i colpi di scena si susseguono l’un l’altro; i cambiamenti di schieramento tra buoni e cattivi restano inspiegati, le negazioni improvvise di certezze precedentemente instaurate risultano davvero troppo “ghigliottinate”. Zack! Ora quel che sapevi prima non vale più, vale quest’altro. Ah no, aspetta, ora vale questo. E ora questo.
Animali Fantastici i segreti di Silente, insomma, mi ha abbastanza deluso. Come fan del Wizarding World, Tassorosso (stando al test che ho sostenuto di recente, fino a due anni fa ero Grifondoro, ma nella vita si cambia); come estimatore del primo, e persino, in una certa misura, del secondo film della nuova serie dedicata, un tempo, a Newt Scamander e alle creature magiche. E persino come Babbano in attesa di vedere un po’ di magia sul grande schermo. E che invece ha visto uno shooting/heist movie confuso, inconcludente, ma con i proiettili colorati. Accio prossimo film della serie? Solo se saprà essere molto, molto diverso da questo.