Anita Ekberg: a 90 anni dalla nascita della musa di Fellini

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Di Redazione Metropolitan

Roma, Fontana di Trevi, illuminata dalle luci della notte. Quel bagno, improvvisato, con il lungo vestito e un richiamo, suadente, verso Mastroianni: “Marcello, come here! Hurry up!“. È l’iconica scena che rese Miss Svezia 1951 famosa in tutto il mondo, pochi anni dopo la vittoria del Golden Globe nel 1956 come miglior attrice emergente. La femme fatale de “La dolce vita“(1960) di Fellini, si aggira per la strade di Roma con un gattino in testa, entra nella fontana più famosa del Bel Paese, in un bagno che passerà alla storia come il più sensuale di sempre. La musa del genio romagnolo, Anita Ekberg nasceva 90 anni fa a Malmö, in Svezia, il 29 settembre 1931.

Per celebrare il compleanno dell’attrice svedese, scomparsa l’11 gennaio 2015, andrà in onda, a partire da oggi, in prima visione on demandCiao Anita” il film tributo di Jacques Lipkau Goyard e Marco Kuveiller, prodotto da Human Touch Media.

La dolce musa

Con Fellini, di cui diventa musa ispiratrice, gira ancora “Boccaccio 70″ (1962) e, negli anni successivi, “I clown” (1970) e “L’intervista” (1987). 

Donna dalle idee chiare, la parlata schietta e il carattere forte. Anita Ekberg era arrivata a sostenere “Sono stata io a rendere famoso Federico Fellini, non il contrario“. “Anitona” (così la chiamava affettuosamente il regista), sapeva essere provocatoria ma dotata anche di una delicatezza unica. Alla morte di Fellini rimase in contatto con la moglie Giulietta Masina fino alla fine.

“Le telefonavano per sapere come stava. Poi, quando è morto, continuavo a telefonare. Lei un giorno si confidò: ‘Sai una cosa, Anita, io ho pensato sempre male di te, perché credevo avessi una relazione con mio marito. Ma quando Federico stava male, ed era in ospedale, mi contattavano attori e attrici. Quando è morto, non mi ha chiamato più nessuno. Solo tu”.

“Ciao Anita”, il saluto sincero alla diva sfata il mito della femme fatale

Non solo diva sensuale, capace di incarnare l’ideale anni Cinquanta della donna bionda, bella, provocante: modello femminile di quei Stati Uniti che la vedono debuttare come modella, Anita è stata tanto altro. L’immagine di sex symbol, che l’ha affiancata per tutta la sua carriera, viene finalmente sfatata dalla pellicola “Ciao Anita“. Documentario autobiografico vivo e sincero, che rivela la personalità forte, carismatica e carica di dignità della grande star. 

Girato a Castelgandolfo pochi mesi dalla scomparsa della diva. Anita racconta i suoi inizi a Hollywood come modella, l’incontro con Howard Hughes, la sua partecipazione a “Guerra e Pace” con Henry Fonda e Audrey Hepburn nel 1959. E ovviamente della sua iconica interpretazione di “La dolce vita” con Marcello Mastroianni. Vengono svelati anche aneddoti privati in gran parte sconosciuti e gli amori con Frank Sinatra, Tyrone Power e Yul Brynner. Anita parla della sua solitudine, degli amici perduti, del suo grande amore per Gianni Agnelli e del sogno e la determinazione di voler continuare a recitare.

Questo film autobiografico è stato girato pochi mesi prima che venisse a mancare la leggendaria Anita Ekberg, costretta su una sedia a rotelle in una casa per anziani nei dintorni di Roma. Con sottile sarcasmo ci racconta aneddoti privati, la tristezza della solitudine, di amori passati, amici persi ed il sogno di continuare a recitare. Dopo la sua scomparsa il film ed il materiale aggiuntivo non fu montato. Solo più tardi decidemmo che Anita – la Diva ed amica – meritasse un ultimo tributo con “Ciao Anita”.

Recita la sinossi del film. Diretta da Jacques Lipkau Goyard e Marco Kuveiller, la pellicola sarà disponibile a partire da oggi, 29 Settembre, su CG Digital e Chili.

Arianna Panieri

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