Anna Magnani, a Vulcano per amore di Rossellini

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Di Federica De Candia

Quando arrivò il telegramma della star svedese, al secolo la Bergman, si narra che Anna Magnani, fidanzata con Rossellini, fosse con lui a tavola. Meglio di qualsiasi possibile descrizione dell’attrice, salta agli occhi, e li rimane, la scena del piatto di spaghetti finiti in testa al regista. Che, senza troppa immaginazione, come un italiano qualunque, andò a comprare le sigarette sotto casa, per darsi alla fuga. E, all‘Excelsior, la loro dimora di allora, non fece più ritorno.

Una carica umana che si vede dallo sguardo. Anna Magnani non serve conoscerla. Si presenta lei, così, sempre. Con il suo coraggio indomito. Sul palcoscenico, a piedi nelle strade, come sullo schermo, dove, in qualunque film, interpreta solo se stessa. Un raro personaggio che sembra non aver mai badato alla popolarità, a cui sorrideva con amarezza, scontentezza e insicurezza.

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Anna Magnani – Mamma Roma (Stornelli provocatori)- Da YouTube

Anna, schiatta in petto

“Finirà, Pina, finirà. E tornerà pure la primavera. E sarà più bella delle altre, perché saremo liberi”. La storia del cinema si divide in prima e dopo “Roma città aperta“. E Anna, viscerale con quel suo slancio esistenziale, nella scena più famosa, fu il fuoco perfetto per quel film. Si racconta che la vera ragione di tutta quella gente intorno, sulla scena del grido e della morte della Magnani, è che non c’erano abbastanza soldi per pagare qualcuno che tenesse le persone fuori dall’inquadratura mentre si girava. E mancavano le corde per non farle entrare. Così, Roberto Rossellini, aveva deciso di riprendere tutti coloro che passavano per viale Giulio Cesare, e che incuriositi sostavano a guardare. Una casualità che fece il miracolo della scena.

“Il mio mestiere l’ho sudato e sofferto”. Anna iniziò nei teatri italiani a riempire quelle serate tempestose del primo dopoguerra. Quando si riempivano le poltrone alla ricerca del tanto atteso diletto. Fin dalle esibizione sulle tavole di legno del palco, lei si presentava vera, con le sue delusioni, speranze, infelicità. “Tra una lacrima di troppo e una carezza di meno“. “Assomiglio alla mia cavalla“, diceva. Animale nobile, coraggioso, e nervoso. Nessuno ne dubitò mai.

Anna Magnani – Quanto sei bella Roma-Da YouTube

Storia d’amore e di vulcani

Stromboli“, profetico vulcano, il nuovo film promesso alla Magnani, lo farà la Bergman. Così titolavano i giornali dell’epoca. In una storia, degna di colpi di scena da sceneggiatura hollywoodiana. Anna, che voleva vendicarsi del doppio tradimento di Roberto, sentimentale ed artistico, sbarca a Vulcano. Avendo chiesto direttamente ad Hollywood, un film per lei, ambientato anch’esso su di un vulcano. I moti dell’animo, sembravano trovare reale rappresentazione nell’ambiente circostante. Fuochi e scintille in eruzione, come dalla punta del cratere, sgorgava la rivalità incandescente di due donne. Diverse, amabili entrambe, ed immortali per la storia.

“Lo faccio perché ci credo, non per far dispetto a qualcuno”. Con queste parole, sarà stata l’unica volta nella sua carriera d’attrice, in cui non ha saputo essere credibile. In realtà stava succedendo un finimondo, ‘la guerra dei vulcani’. La sfida in cui si cimenta Anna, è finire il suo film, prima di quello di Rossellini. E vi riuscirà, nel febbraio 1950. La Magnani sul set non faceva mistero della sua rabbia. Pare che ogni sera, si mettesse sulla punta dell’isola da cui si scorgevano in lontananza le altre isole Eolie, a dedicare non si sa quali calme parole, in direzione dell’altro promontorio, idillio della storia tra Rossellini e la Bergman.

Anna Magnani – Scapricciatiello- Da YouTube

Anna, Fiore de sabbia

Al cinema Fiamma a Roma, si dava l’anteprima di Vulcano. Presente la Magnani, e il ricavato della sera sarebbe andato in beneficenza. Ma, a parte alcuni imprevisti tecnici che interruppero la proiezione più volte, e si parlerà di sabotaggio quando la pellicola si incepperà, avvenne una fuga generale, di fotografi e giornalisti, nel momento in cui giunse la notizia che Ingrid aveva partorito il primo figlio. Prima che giungessero i titoli di coda. Anche Anna, con Massimo Serato, ebbe Luca. Che purtroppo fu costretto alle stampelle per una poliomielite contratta.

“A Robè, salvami sto morendo”. La telefonata che fece a Rossellini, dopo averlo perso di vista per tanti anni, e dopo la notizia della grave malattia che l’aveva colpita. Il regista arrivò subito. E pochi giorni più tardi, volò con un aereo per New York, dove si vendeva un farmaco miracoloso. Ma tornò solo in tempo al suo capezzale nella clinica romana.

Vulcano- Film Anna Magnani- Da YouTube

Anna Magnani, Mamma Roma

Nell’aprile 1961, Jurij Gagarin, a bordo della sua navicella spaziale, mandò questo messaggio: “Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti, e Anna Magnani. Gli stornelli di Anna, la sua pungente invettiva arrivava anche in orbita, da Roma allo spazio: “Er barista je portava la guantiera, Colla bira e cor caffè che allora c’era”. Strofe da “Com’è bello fa’ l’amore quando è sera“. Perché ‘Roma è una città a parte’, con le macchiette e i suoi miti. E tu ‘nannarella‘ sei per lei.

Anna, come la Lupa del Campidoglio; famelica e divoratrice con gli occhi, ti accoglie e ti salva, generosa e materna. Quel riso amaro fatto di accento romano. E bisogna aver visto Roma per parlare della tua bellezza. Che un po’ per scherzo, un po’ sul serio, ti fa sua e non te n’accorgi.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici!