A 30 anni dalla morte di Greta Garbo ripercorriamo alcune fasi della vita della star che rifiutò i riflettori per condurre una vita normale. Tra la figura della Femme Fatale all’immagine privata e custodita con estrema gelosia della vera Garbo.

Greta Garbo: la diva che odiava essere diva

Greta Garbo, all’anagrafe Greta Lovisa Gustaffson, nacque a Stoccolma nel lontano 1905 da una famiglia di umili origini. Figlia di un netturbino e di una contadina, Greta nutriva da sempre la passione della recitazione, come dimostrava mettendo in scena alcune piccole ricreate nella cucina di casa sua. Nel 1920, dopo la morte del padre, Greta comincia a lavorare come cassiera nei grandi magazzini di Stoccolma, qui viene adocchiata da alcuni agenti in cerca di una modella.

Nel 1922 esordisce al cinema con Luffan-Petter, commedia di Erik Petschie, ma il passo definitivo verso il successo avvenne grazie a Mauritz Stiller, regista molto celebre in Svezia. Questo la istruì sul mondo della recitazione e la aiutò a sfondare. Greta si ispirò al nome del principe di Transilvania, Bethlen Gabor, e cominciò la sua avventura verso la fama mondiale.

Nel 1924 fu conosciuta dai più grazie alla pellicola La leggenda di Gosta Berling. L’anno seguente firma il primo contratto con una casa di produzione hollywoodiana, la MGM, e recita nel suo primo film muto, Il torrente. Il successo arrivò con una velocità tale che ella stessa ne rimase sconvolta. Fellini, maestro indiscusso del cinema mondiale, elogiava la Garbo con parole di sincera adorazione:

Greta Garbo: 30 anni dalla scomparsa della star che odiava la celebrità
Immagine dal web
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“È una fata severa: in cuor suo era, senza mezzi termini, la fondatrice di un ordine religioso chiamato cinema.”

Successivamente recitò in numerosi film nel ruolo della Femme Fatale, nonostante fosse proprio quello che più odiava. Lei puntava ad interpretare ruoli femminili profondi e sfaccettati, ma la MGM continuava a cucirle addosso personaggi caratterizzati solo da un’incredibile bellezza. Greta Garbo recitò nel suo primo film sonoro nel 1930 e la sua prima battuta “Dammi un whisky, ginger ale a parte, e non essere tirchio, amico” passò alla storia.

La vita privata e la morte

La bellissima e malinconica attrice si ritirò a vita privata a soli 36 anni. Il suo odio per i fotoreporter e i giornalisti la costrinse a rifugiarsi lontana da tutti e da quel mondo che le aveva dato la fama. Arrivarono a inventare storie sulla sua presunta bisessualità, forse a causa del modo di vestire androgino che sfoggiava.

Greta Garbo ricevette in totale ben quattro nomination all’oscar: Anna Christie nel 1930, Romanzo, anche questo nel 1930, Margherita Gauthier del 1937 e Ninotchka del 1939. La Garbo ricevette il premio Oscar alla carriera nel 1954. Il 15 aprile del 1990 la star malinconica e felice moriva a Manhattan. La tristezza del suo sorriso rimarrà immortale nel mondo del cinema, come diceva lei infatti:

“Sono una bambina che è un attimo prima molto felice e subito dopo molto depressa.”

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