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Settembre 16, 2024, lunedì

Antiabortisti a Parigi interrotti dal movimento Femen che grida a gran voce: “L’aborto è un diritto”

Anche quest’anno si è svolta la manifestazione Pro Vita per le strade della capitale francese. A Parigi gli antiabortisti vanno contro l’approvazione della legge che prevede la regolamentazione delle norme in materia di fine vita. A interromperli ci hanno pensato le Femen: il movimento femminista che combatte da tempo per tutela e rispetto di tutte le donne.

Parigi, antiabortisti interrotti dalle Femen: si alla legge sul fine vita

La manifestazione viene organizzata ogni anno in occasione dell’anniversario della legge Veil sull’interruzione volontaria della gravidanza (aborto), approvata il 17 gennaio 1975. Legge che, recentemente, ha anche prorogato le settimane previste per l’interruzione legale di gravidanza, da 12 a 14. Inoltre, in questi mesi si è pensato a una legge per il fine vita, che prevede la regolamentazione di pratiche come l’eutanasia, prevista per febbraio.

Invece, il movimento Pro Vita non accetta nessuna di queste leggi. Alcuni cartelli recitavano frasi come Oltre a cartelli che recitavano “la cura non è un omicidio” e “aborto=cuori spezzati”. Inoltre, i manifestanti hanno scandito slogan come “Macron, Macron, non toccare gli embrioni”. Durante il corteo poi, alcune attiviste del movimento femminista Femen sono apparse in topless prima della partenza della marcia, gridando in un megafono “la vostra opinione non conta, l’aborto è un diritto”.

Cosa prevede la nuova legge

Nel testo del governo si prevede di inserire nella Costituzione il fatto che “la legge determina le condizioni di esercizio della libertà garantita alla donna di ricorrere” all’aborto. Testo non scontato, considerando che in questo particolare periodo storico nel mondo non c’è nessuna garanzia del diritto all’aborto (come per esempio accade negli USA).

Nonostante ciò, gli organizzatori della marcia chiedono un‘ecografia obbligatoria a partire dalla sesta settimana di gravidanza, in modo da “sentire il battito cardiaco del feto”, e un periodo di riflessione di tre giorni prima di qualsiasi aborto.

Si chiede inoltre di “incoraggiare il parto anonimo” e di difendere “il diritto assoluto di obiezione di coscienza degli operatori sanitari e di proteggere la specifica clausola di coscienza”. Gli organizzatori hanno infine sottolineato la loro opposizione all’inclusione dell’aborto nella Costituzione, promessa da Emmanuel Macron, che sarà discussa dall’Assemblea nazionale il 24 gennaio.

Marianna Soru

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