Bruttissimo episodio di bracconaggio in una delle isole maggiori della nostra Penisola: Rocco, questo il nome del rapace, non è riuscito a sfuggire alla feroce del bracconiere. Apello del WWF: la situazione.

L’aquila di Bonelli è una specie rara che vive sul nostro territorio. E come tale, andrebbe preservata da episodi di bracconaggio che, purtroppo, mettono a rischio la sua presenza in Italia. Non è il primo caso di caccia vietata al rapace: Rocco, questo il nome dato allo splendido uccello, è l’ennesimo caso. Il problema, adesso, non può più essere preso sottogamba dalle istituzioni competenti.

Colpisce l’efferatezza del bracconiere: il corpo esanime del rapace è stato trovato il 31 ottobre nella provincia di Agrigento da una squadra del progetto Life ConRaSi, che si occupa della conservazione e riproduzione dei rapaci. Trasportato all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, l’aquila di Bonelli è stata sottoposta a radiografia. I raggi hanno evidenziato la presenza di ben 60 pallini di piombo esplosi da un fucile. Il ritrovamento di Rocco è stato possibile grazie al trasmettitore satellitare che l’aquila indossava dal 2017, anno del suo involo dal nido. I dati del GPS hanno facilitato i ricercatori “mostrando” la data del decesso del raro volatile.

L'aquila di Bonelli abbattuta
(Credit: Corriere.it)

Rocco, l’aquila di Bonelli abbattuta: dura presa di posizione del WWF

Durissima presa di posizione del WWF che, venuto a conoscenza dei fatti, non ha nascosto il proprio sdegno per l’uccisione di Rocco, l’aquila di Bonelli che rappresenta una vera e propria rarità per il nostro Paese.

“Senza alcun dubbio si tratta di atti dolosi. Questo è l’ennesimo atto di bracconaggio verso una specie così rara che mette in pericolo i progetti di conservazione per proteggerla. Senza alcun dubbio si tratta di atti dolosi, perché questi rapaci sono inconfondibili e quindi non confondibili con specie cacciabili”.

Il WWF farà un esposto alle autorità competenti e si schiererà al fianco di quest’ultime per assicurare alla giustizia il bracconiere che ha massacrato il rapace che, in breve tempo, sarebbe diventato sessualmente attivo e pronto, quindi, per la riproduzione della specie. Un duro colpo per la fauna siciliana ed italiana.