Il gip Annalisa Marzano ha archiviato il procedimento del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall’Olio, su loro stessa richiesta, che vedeva il Sindaco Virginia Raggi indagato per abuso d’ufficio per presunte irregolarità sulla nomina di Salvatore Romeo a capo della Segreteria capitolina.

Nei giorni in cui il Movimento 5 Stelle sta vivendo un vero e proprio dramma per i candidati massoni e i rimborsi elettorali, arriva almeno una notizia positiva. Il Sindaco di Roma Virginia Raggi non andrà a processo per i fatti relativi alla nomina di Salvatore Romeo.

Lo ha deciso il gip, propendendo per l’archiviazione delle indagini e accettando la richiesta della pubblica accusa. Dopo mesi di (sempre doverose) indagini, la procura di Roma ha concluso per l’infondatezza della notizia di reato di abuso d’ufficio di cui era stata accusata Virginia Raggi riguardo alla nomina a Segretario di Salvatore Romeo. Non vi sarebbero, infatti, sufficienti prove a sostegno dell’eventuale imputazione.

A rendere nota la notizia è la stessa Virginia Raggi con un post su Facebook

Infondatezza della notizia di reato. Con queste parole il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica“.

Virginia Raggi era indagata per abuso di ufficio, in quanto, in qualità di pubblico ufficiale, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Salvatore Romeo, violando le norme di legge. 
Si era ritenuto, infatti, che Virginia Raggi avesse nominato Romeo a capo della sua Segreteria trasgredendo al Testo Unico per gli Enti Locali. La normativa, infatti, dispone che in caso di promozione temporanea di un dipendente comunale ad un ruolo politico, prassi assai diffusa, si debbano rispettare determinate regole. Se l’incarico superiore avviene nella stessa amministrazione di appartenenza (come nel caso di Romeo che si trovava nel Comune di Roma già dal 1999) lo stipendio rimane quello già percepito. Se, invece, l’incaricato di un ruolo superiore politico proviene da un’altra amministrazione comunale, egli ha diritto ad un aumento di stipendio predeterminato al livello di un dirigente.

Virginia Raggi, conscia della disparità di trattamento che la norma impone e rispettando una prassi diffusa, avrebbe aumentato lo stesso lo stipendio a Romeo, applicando così la previsione diretta ai provenienti da altre amministrazioni comunali anche agli “interni” che di fatto, svolgendo il medesimo ruolo, possono essere considerati casi simili.

La scelta della Raggi, inoltre, non era stata del tutto arbitraria, riconosce il gip. Prima di arrivare alla nomina e di decidere per l’aumento dello stipendio, Virginia Raggi aveva chiesto parere all’Avvocatura comunale di Roma e all’ANAC che, acconsentendo, aveva tuttavia parzialmente diminuito l’ammontare della somma, parametrandola non al salario di un dirigente di terza fascia ma di prima fascia.

Secondo l’accusa, tuttavia, il Sindaco Virginia Raggi non aveva rispettato le procedure previste dalla legge per la nomina di Romeo. Inoltre, si ipotizzava che dietro la nomina stessa e l’aumento dello stipendio vi fossero le tre polizze a vita che lo stesso Romeo aveva stipulato in precedenza a beneficio della Raggi (altre a beneficio di diversi membri M5S) e delle quali ella ha sempre detto di non sapere niente. Si ipotizzava, insomma, una sorta di scambio reciproco.

Il gip Marzano, però, ha ricostruito la vicenda sottraendola a qualsiasi prospettiva illecita e riconducendola, invece, nel rispetto della legge e della prassi.

ll giudice sottolinea la trasparenza e la bontà del mio operato grazie alle richieste di pareri legali che, prima della nomina, ho fatto all’avvocatura del Campidoglio e all’Autorità Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone – scrive sempre la Raggi su Facebook -. E, soprattutto, definisce falso che io possa aver nominato Salvatore Romeo per beneficiare di tre polizze assicurative di cui io non sapevo assolutamente nulla. Ancora fango e facile ironia sulle “polizze a mia insaputa“.

Il procedimento è stato archiviato anche nei confronti di Salvatore Romeo. La Raggi, però, dovrà ancora attendere l’esito di un altro procedimento, quello relativo all’accusa di falso riguardante la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo della capitale e basata su documenti forse mendaci forniti all’Autorità Anticorruzione del Comune di Roma. La data dell’inizio del processo è prevista a seguito delle elezioni.

Di Lorenzo Maria Lucarelli