Aretha Franklin prima donna nella “Rock and Roll Hall Fame”, dai banchi di chiesa

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Di Federica De Candia

“Sei dentro, baby!”. Disse Keith Richards membro fondatore dei Rolling Stones. Era il 3 gennaio 1987, il giorno eternamente ricordato per aver accolto il primo nome femminile nel leggendario elenco di Cleveland, il museo di Ohio, in Usa, sulle rive del lago Erie. Aretha Franklin, la ‘regina del soul’, conquistò il meritato posto nel memoriale della “Rock and Roll Hall Fame“. La voce di una donna, per la prima volta.

Una messa cantata

Proclamazione Aretha Franklin “Hall of Fame”- YouTube

I nomi di coloro che vengono ammessi nella “Hall of Fame“, vengono resi noti durante una cerimonia annuale che si svolge a New York. Cecil Franklin, pastore e fratello di Aretha, la presentò alla premiazione. In smoking, indossato apposta per l’evento, di piccola statura fra i colossi della musica, disse: “Mia sorella, miss Aretha Franklin, è la prima femmina ad entrare nella Hall of Fame del Rock and Roll”. Scelse la parola ‘femmina’ e non ‘donna’. Questo non passò inosservato. Un termine potente. Quasi una stonatura nel linguaggio, che però racchiudeva intensi significati. Perché, finalmente, una donna afroamericana, entrava nell’Olimpo della musica mondiale. Fin’ora appannaggio di soli uomini.

Lei era figlia di Charles Franklinstimato reverendo di fede battista, autore di carismatici sermoni, tramessi anche via radio, e amico di influenti personalità dell’attivismo afroamericano, tra cui Jesse Jackson e Martin Luther King. Fu proprio nella New Bethel Baptist Church, la chiesa dove suo padre predicava, che registrò il suo primo album, “Spirituals”, all’età di 14 anni. Il suo esordio avvenne nel 1961, con l’album eclettico, pop, soul e rock, che portava proprio il nome della sua interprete: ARETHA. Nel 1980 la ‘lady’ canta al “Royal Albert Hall” davanti alla Regina Elisabetta e recita in un cameo nel film “Blues Brothers”. Vi appare per soli 5 minuti come di moglie di Matt “Guitar” Murphy, con il quale gestisce un fast food, ed ex chitarrista del gruppo di Jake ed Elwood. E con grembiule sporco e pantofole rosa, le canta al marito. Non solo a parole, ma intonando l’intramontabile “Think“, tratta dal suo album del 1968 “ARETHA NOW“. Proprio quando viene chiesto al consorte di ricongiungersi alla band, e lei lo fa riflettere sulle conseguenze se mai se ne fosse andato.

Gospel, Soul e l’amico Luther King

Il biglietto non è proprio economico per visitare “Hall of Fame“. In alternativa sul sito del museo si legge: “Nella sua estesa carriera Aretha Franklin ha ricoperto molti ruoli – la devota cantante gospel, la sensuale sirena R&B, il fenomeno pop crossover, Lady Soul – e li ha dominati tutti”. Oltre Martin Luther King come amico di famiglia, la prima donna del gospel, Mahalia Jackson, è una presenza costante nell’adolescenza di Aretha. La sua voce, che la portò a vincere nella sua carriera 21 Grammy, è stata ufficialmente dichiarata dallo Stato del Michiganuna meraviglia della natura”. Un tocco di Soul che aggiungeva in qualunque cosa cantasse. Keith Richards, quella sera trovò le parole migliori. Le uniche, le più semplici. “Cosa posso dire ad Aretha se non: sei dentro, baby!”.

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