Dopo la dichiarazione di Albert Bourla, Ceo della Pfizer, relativa al possibile arrivo del vaccino anti-Covid 19, le società della “stay home economy” stanno perdendo titoli in borsa.

Le risposte del mondo tecnologico all’annuncio della Pfizer

Ieri, 9 novembre 2020, la casa farmaceutica statunitense Pfizer ha annunciato la possibilità di arrivo di un vaccino contro il Coronavirus in tempi relativamente brevi. Una notizia che potrebbe risanare le criticità e le economie globali che hanno pagato duramente le conseguenze del lockdown. Ma l’arrivo di un vaccino è positivo per tutti? Mentre il mondo festeggia una possibile luce alla fine del tunnel, le grandi società che hanno beneficiato della chiusura generalizzata, del distanziamento e dello smartworking stanno facendo i conti con un consistente tracollo in borsa.

Il tracollo della “stay home economy”

Le società che hanno tratto vantaggio delle misure restrittive dovute dalla diffusione del virus, in queste ore, stanno facendo i conti con la notizia diffusa dalla casa farmaceutica Pfizer. Una di queste, la piattaforma di video conferenza Zoom che ha quintuplicato i suoi utili da inizio anno, ora sta perdendo il 13,4% a Wall Street. Anche Netflix, piattaforma di streaming in abbonamento, che ha visto crescere la sua capitalizzazione in seguito alla chiusura di cinema e teatri, ha registrato il -7%. Invece, Peloton, società legata all’e-fitness, ha perso il 16%. Amazon (-2,4%), Facebook (-2,8%) e Microsoft (-0,5%) hanno registrato un leggero calo.

Le previsioni degli esperti

Secondo i professionisti del settore, il comportamento dei titoli ed il consistente calo registrato nella giornata odierna sono conseguenze dovute alla corsa degli ultimi mesi. Le piattaforme di videoconferenza o di streaming in abbonamento sono entrate nella quotidianità di ogni individuo e, secondo gli esperti, il loro consumo rimarrà nelle abitudini della fase “new normal”. Per altri studiosi, il calo delle quotazioni potrebbe anticipare e ridimensionare le tendenze ed i comportamenti delle persone nella fase post-Covid.

Chiara Bigiotti