Per rivedere in campo la Serie D bisognerà aspettare la stagione 2020-2021, questo è ormai assodato. E se da un lato c’è un ritorno in campo previsto per settembre, dall’altro ci sono 31 squadre su 36 (le famigerate retrocesse a tavolino) pronte a fare battaglia per contrastare la decisione insensata presa, a tal riguardo, dalla Lega Nazionale Dilettanti. In mezzo a tutto ciò c’è poi chi, come l’Arzachena del DS Fabrizio De Poli, dopo aver conquistato la salvezza sul campo, aspetta chiarezza da chi di dovere per iniziare a programmare la stagione che verrà.

Metropolitan Magazine ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere proprio con il DS veneto della squadra sarda che ha esposto, ai nostri microfoni, il proprio pensiero riguardo la sopramenzionata decisione della LND, i programmi per il futuro e un sogno nel cassetto ancora da realizzare. Ecco a voi la nostra bella conversazione.

Arzachena, De Poli: “Un po’ di indulgenza non avrebbe guastato”

Sig. De Poli, lei come vede la decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti di far retrocedere, così a tavolino, 36 società?

Credo che prima di arrivare ad una decisione simile, gli organi competenti abbiano discusso per molto tempo. Se hanno preso questa decisione, evidentemente, hanno pensato fosse la migliore che si potesse prendere in un momento del genere. Forse, considerando la pandemia che ha costretto allo stop il campionato, si poteva essere un po’ più indulgenti; almeno per un anno. Si poteva pensare ad un anno transitorio con più squadre e più gironi.

Direttore, quest’anno l’Arzachena si è salvata sul campo potremmo dire, pertanto, alla luce della stagione appena conclusa, quali sono gli obiettivi per il prossimo anno?

Guardate, noi prima ancora di sederci attorno ad un tavolo per discutere sul futuro, stiamo aspettando di avere, al 100%, la concretezza dei termini di inizio campionato, composizione dei gironi e di norme applicate alla stagione sportiva. Finché non avremo tutto ciò non ci siederemo a discutere.

Il DS dell’Arzachena, Fabrizio De Poli.

Quindi anche dal punto di vista del mercato siete ancora fermi, non avete visionato alcun profilo?

Alla fine è tutto collegato all’inizio della stagione sportiva. Si potrebbe iniziare il 1° luglio o il 1° settembre, ma il discorso è che inizio della stagione sportiva e mercato vanno a braccetto. Per questo dico che prima di agire su vari fronti, aspettiamo chiarezza e concretezza da parte della Lega.

De Poli: “Padova è la piazza a cui sono rimasto più legato. Sogno una promozione dalla B alla A: è l’unica che mi manca”

Direttore, informandoci un po’ sulla sua carriera, abbiamo letto che lei ha lavorato in molte piazze importanti tra cui Padova, Cittadella e Genoa. Volevamo chiederle quindi: qual è la piazza a cui è rimasto più legato?

La piazza a cui sono rimasto più legato è senz’alcun dubbio Padova. Io sono padovano e a Padova, da calciatore, ho giocato tre anni conquistando due promozioni che ci hanno portato fino alla Serie B. Da dirigente ho fatto poi altri due anni, vincendo anche un campionato. Quindi Padova e la sua provincia sono i luoghi a cui sono legato di più.

Lei da calciatore ha calcato i campi del professionismo: sogna di tornarci un giorno?

Qualche anno nel mondo del calcio l’ho fatto, quindi sarei stupido se dicessi di no. Credo sia il sogno di tutti e quindi anche il mio. Se ci sono volontà e passione e magari anche un pizzico di fortuna credo si possa arrivare dovunque. Nella mia carriera da dirigente ho vinto molti campionati. Ho vinto campionati di Serie D e Serie C2. A Cittadella ho vinto un campionato di C1 che ci ha portato in Serie B. Praticamente mi manca solo la vittoria di un campionato di B. A livello personale potrebbe quindi essere questo il mio sogno che chiuderebbe, di conseguenza, il cerchio delle promozioni ottenute in carriera. Non so se ci riuscirò mai, ma crederci non costa nulla.