Ashleigh Barty si è fatta spazio tra le grandi atlete del mondo moderno e oggi, dall’alto della prima posizione mondiale del ranking WTA, festeggia i suoi 24 anni. La tennista australiana è ancora molto giovane e ha un vasto panorama di possibilità e grandi risultati davanti a sé, ma ha già vissuto lo sport in tantissime sfumature. In occasione del suo compleanno, non si può che celebrare la caparbietà di questa campionessa, mai partita avvantaggiata, potendo contare su un’altezza che avrebbe limitato molti.

Tuttavia, i suoi 166 centimetri non sono stati un vero limite per lei, quanto un incentivo a trovare gli strumenti giusti per esprimere il suo tennis, che è una gioia per gli occhi di molti suoi estimatori. Con un rovescio in slice che spezza il ritmo delle avversarie, un’agilità che le permette spostamenti rapidissimi ed un approccio a rete formidabile, Barty diventa un’avversaria temibile per molte giocatrici.

Le origini di Barty

Figlia di immigrati inglesi, Ashleigh Barty nasce nel 1996 a Ipswich, Australia. Già alla tenera età di 4 anni stringe tra le mani la sua prima racchetta e il suo talento non rimane un segreto per molto tempo. Infatti, già a 13 anni inizia ad ottenere buoni risultati nei tornei Juniores e raggiunge il primo successo da Under a 15 anni con la vittoria di Wimbledon Juniores. Di lì a due anni si avvicina alla top 100 in singolare, mentre in doppio, presentandosi con una capacità di tocco rispettabilissima, si ritrova tra le top players. Per rendersi conto del talento della giovane Barty, che nel 2013 ha soli 17 anni, basti ricordare che con la connazionale Casey Dellacqua centra in quell’anno tre finali di Slam su quattro: Australian Open, Wimbledon e Us Open. Nella finale di doppio del Major di casa le due australiane vengono fermate dalla coppia italiana Errani-Vinci.

Ash Barty agli Aus Open
Ashleigh Barty agli Australian Open 2020
Credits: Getty Images\ TPN

La pausa

Dopo tanti buoni risultati come doppista, sembrerà incredibile a chi giudica dall’esterno, ma Barty si ferma. Il 2014 non inizia sui campi da tennis per lei, ma continua su quelli da cricket. Vuole provare altro, ha solamente 18 anni e forse pensa ad una vita da teenager più canonica. Va ricordato che Ash si sposta continuamente per competere fin da tenera età, come tutti i piccoli atleti che un giorno vorranno essere “grandi”. Tuttavia, l’australiana sente la necessità di mollare la presa per un po’ e, al momento del ritiro, non specifica se e quando tornerà al tennis.

Il padre Robert comunica in seguito che la giovane avrà bisogno anche di un sostegno piscologico per curare un periodo di depressione. Così il mondo tennistico si sente privato di una possibile futura stella del circuito, finché il rammarico cede il posto ad una nuova speranza quando Barty torna a far capolino sulla scena WTA. Nel 2016 decide di tornare, forse più consapevole, probabilmente più matura, sicuramente con un nuovo coach al suo fianco: Craig Tyzzer.

Barty, protagonista di rinascita…

La scalata di Barty è rapida, sembra quasi non essersi mai definitivamente allontanata dai campi da tennis. Il 2017 inizia per lei fuori dalla top 250 e si chiude in top 20 nel singolare con il primo titolo WTA a Kuala Lumpur in Malesia. La ritrovata campionessa non si ferma e nel 2018 ottiene altri due titoli in singolare con le vittorie di Nottingham e di Zhuhai. E finalmente arriva la tanto bramata vittoria di doppio in uno slam, dopo le tre finali perse prima dello stop. In coppia con l’americana Coco Vandeweghe, la tennista australiana si aggiudica gli Us Open contro Timea Babos e Kristina Mladenovic. Un gradino dopo l’altro Barty si prepara all’esplosione.

…e ascesa

È il 2019 che, finalmente, le regala ciò che le spetta. Dopo la finale di Sydney persa contro Petra Kvitova, che la estromette anche dagli Australian Open durante i quarti, Barty vince il torneo di Miami. Tale risultato le consente di entrare nelle prime dieci del mondo e di dimostrare a tutti che un talento come il suo non conosce pause che possano frenarne l’espressione.

Ash Barty al Roland Garros
Ash Barty al Roland Garros 2019
Credits: Getty Images\ Paul Popper

In un comunicato stampa conseguente la vittoria a Miami la giocatrice confessa:

Ho avuto un viaggio davvero unico. Sono 2 o 3 anni da quando sono tornata al tennis e ho avuto alcune sconfitte devastanti, ma anche momenti davvero strepitosi.

E ancora non sa che tali momenti verranno a ripetersi e ad amplificarsi. Il Roland Garros 2019 sarà suo e le consentirà di raggiungere la seconda posizione mondiale. Tuttavia, Barty non si ferma certo ad un passo dal trono. Il 24 giugno diventa regina del ranking, in seguito alla vittoria su erba di Birmingham. È la terza australiana nella storia a raggiungere un traguardo di tale calibro, dopo Margaret Court e Evonne Goolagong. Asheligh chiude l’anno da vincente con la vittoria alle Wta Finals a Shenzhen. Anche il 2020 non è iniziato affatto negativamente, con la vittoria ad Adelaide ed una semifinale all’Open di casa. Ora, come tutte le altre tenniste, è in pausa forzata, ma ha già fatto vedere precedentemente al mondo quanto sia esperta nel trasformare i momenti di stop in carburante per nuovi inizi sorprendenti.

Tanti auguri Ash!