Dopo il rigore fallito da Ilicic, segna Zapata. Moraes la pareggia prima dell’intervallo. L’Atalanta le prova tutte nella ripresa, ma non va e Solomon lo punisce nel recupero. Finisce 2-1 per lo Shakhtar
Se la prima nottata di Champions League è stata completamente da dimenticare, la seconda è stata un vera beffa. All’ultimo respiro l’Atalanta subisce la seconda sconfitta e che purtroppo riduce le speranze di qualificazione quasi a zero.
Questa volta i bergamaschi se la giocano alla pari, mettono paura allo Shakhtar, sbagliano subito un rigore, segnano con Zapata il gol del vantaggio.
Ma gli ucraini hanno giocatori di classe ed esperienza da vendere, si prendono tutto ciò che possono e trovano il match winner all’ultimo respiro con Solomon, appena entrato, proprio mentre i nerazzurri cercavano il colpo vittoria loro volta.
Ora la Champions diventa un impresa titanica, ma rimarrà una bella esperienza anche per la tifoseria che alla fine ha applaudito comunque i suoi beniamini.
Già, davvero un peccato. Perché si è visto dai primi minuti che questa Atalanta era in palla. Sicuramente non sciolta come l’ultimo turno di Serie A dove ha dominato contro il Sassuolo ma viva, reattiva e aggressiva.
Lo Shakhtar l’ha agevolata schierandosi con un insolito 4-1-4-1 difensivo, lasciando solo Moraes in attacco. Fin quando il pallino del gioco l’ha tenuto stretto l’Atalanta non ci sono stati problemi.
Peccato non aver approfittato del rigore che Ilicic si è procurato con astuzia e che lui stesso ha fallito con un tiro forte ma poco angolato. Ma l’Atalanta che non si è scoraggiata e nella stessa azione ha preso il palo con Pasalic e poi, su pennellata di Hateboer, Zapata ci ha messo la zuccata vincente con la complicità di Pyatov.
Ma lo Shaktar ha reagito d’orgoglio: al termine del primo tempo De Roon ha perso palla con Allan Patrick che ha premiato il taglio di Moares, Palomino saltato, dribblato Gollini in uscita e gol a porta vuota.
IL FINALE DA HORROR
Nel secondo round l’Atalanta è partita convinta ed ordinata, Gasperini dopo dieci minuti ha inserito uomini freschi: Malinovskiy e Gosens per Ilicic e Hateboer e la Dea ha creato subito un paio di occasioni con Zapata, Pyatov è stato bravo a stoppare il secondo tiro.
Poi Gasp ha provato la carta Muriel, sostituendo Masiello e arretrando De Roon tra i centrali . La Dea ha condotto sempre il gioco, è entrata in area avversaria parecchie volte e ha avuto due vere occasioni con Malinovskyi e Gomez.
Poi, quella ripartenza fatale all’ultimo respiro di Dodò che serve Solomon per la beffa è stato come una sentenza. Questa Champions League appare stregata per i bergamaschi.
Dopo la sconfitta senza appello a Zagabria e questa sfortunata a San Siro, la Champions League dell’Atalanta sembra già giunta al termine, destinata a recitare un ruolo da Cenerentola annunciata dopo ieri sera.
Tanti tiri, buone giocate e qualche centimetro di troppo che sposta l’equilibrio. Perché se il tiro di Malinovskyi avesse preso lo specchio della porta, probabilmente i nerazzurri sarebbero in carreggiata, anzi, in corsissima per il secondo posto.
Invece i punti sono zero in due partite, sei gol subiti e solo uno segnato. Se con la Dinamo non c’era stata partita da subito, soprattutto per una questione di testa, stavolta lo Shakhtar ha giocato sulla difensiva.
Alle volte anche alla italiana, in contropiede, con marcatura a uomo su Gomez, tentando di togliergli l’aria e le idee. Alle volte ci è riuscito, per una stanchezza del Papu che si è fatta sentire negli ultimi venti minuti.
Il calcio di Gasperini è dispendioso, avere 16 titolari (e non tutti allo stesso livello, per ora) porta a problemi.
ALLA FINE ARRIVA GUARDIOLA
La classifica del girone non può che essere tremenda. Dinamo e Shakhtar hanno tre punti ciascuno, l’Atalanta si trova nella scomodissima posizione di dovere incontrare il Manchester City dopo due disfatte diverse, ma simili, nel prossimo turno del girone di Champions League.
Una che colpisce nell’orgoglio, l’altra nel cuore, dopo avere meritato almeno di uscire con un risultato positivo. I Citizens sulla carta sono iper favoriti, dopo i 5 gol fatti e 0 subiti in 2 partite, dopo gli oltre 20 tiri di ieri (1 subito) contro la Dinamo.
GIÀ FINITA?
Così l’idea è che l’Atalanta sia fuori dalla Champions League già prima della quinta sfida, contro la Dinamo, nel ritorno. Arrivare con ambizioni di passaggio del turno a Kharkhiv sembra molto difficile, quasi impossibile.
La speranza è l’ultima a morire e i nerazzurri, negli anni, hanno dimostrato una resistenza contro le grandi del nostro campionato, in particolare Napoli, Inter, Milan o Roma.
Gasperini dovrà giocare l’ultimo jolly del mazzo, per sperare di uscire dal City of Manchester ancora in corsa per la qualificazione.
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