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Settembre 8, 2024, domenica

Atletica, Mattia Furlani: “È soltanto l’inizio del viaggio”

Uno juniores che vince una medaglia mondiale assoluta non si vede tutti i giorni. L’impresa di Mattia Furlani alla rassegna iridata di Glasgow è stata di un livello incredibile. Non era impronosticabile, perché in questi mesi abbiamo visto i suoi miglioramenti, il suo ingresso in nuove dimensioni. Tuttavia, vederlo lì sul podio con una leggenda come Tentoglou, non può che smuovere delle lacrime di gioia. La sua è stata la seconda medaglia azzurra di questa rassegna, dopo il bronzo conquistato da Leonardo Fabbri nel getto del peso. Emblema del lavoro, della freschezza giovanile con quella sua esultanza da Spiderman, ma anche del fatto che l’Italia potrà contare su un futuro capitano che potrà dire la sua a livello internazionale per lungo tempo.

Atletica, Mattia Furlani non trattiene la gioia: “È soltanto l’inizio del viaggio”

Mattia Furlani – Crediti Foto: COLOMBO/FIDAL – Fidal | Twitter

E’ arrivato un argento, ma in realtà la misura era la stessa di colui che ha trionfato che, spoiler, è il campione olimpico in carica. Un 8,22 che ha lanciato Furlani in una nuova dimensione e così sia agli Europei che alle Olimpiadi ci sarà di sicuro da divertirsi. Un altro dato che emerge però è anche la sua maturità. Lo scorso anno aveva scelto di concentrarsi sulle competizioni di categoria, perché per quelle assolute ci sarebbe stato tempo. Una decisione da atleta attento e che alla fine dei giochi ha chiaramente pagato.

Intanto ieri è intervenuto anche ai microfoni della Fidal per commentare lo straordinario argento: “È soltanto l’inizio del viaggio è una giornata che rimarrà per sempre nella mia vita, una medaglia che significa tanto, più di un argento. È frutto di tante esperienze e lavoro di questi mesi. L’atletica è uno sport biologico, non ci possiamo inventare niente, bisogna solo continuare su questa strada. Non bisogna esaltarsi, ma rimanere con i piedi per terra. Alle 10 di mattina non è facile saltare per me, fosse stato pomeriggio sarebbe stato diverso. Sono entrato in pedana con tutta l’esperienza che ho acquisito e l’ho riversata tutta in questa gara. È un onore sapere che l’ultimo azzurro sul podio ai Mondiali indoor nel lungo era stato Andrew Howe: lui è la storia, vincere una medaglia come lui è qualcosa di incredibile, mi emoziono troppo. Ho pensato all’oro? Certo, a ogni salto, ma Miltidias (Tentoglou, ndr) è un ‘cagnaccio’, difficile da combattere. Sapevo che aveva il salto per valere di più. Ho combattuto con tutti i mezzi che avevo”.

Infine un pensiero su Europei ed Olimpiadi: “Agli Europei di Roma e alle Olimpiadi di Parigi cercherò di replicare quello che è successo oggi. Il grazie va a tutte le persone che hanno lavorato per raggiungere questo risultato, a partire da mia mamma e allenatrice Khaty Seck: il merito in primis è suo. Ora bisogna continuare. Essere avvolto in questa bandiera tricolore fa un effetto pazzesco: l’ha avuta addosso chi ha fatto la storia, da Pietro Mennea a Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs. È un grandissimo onore“.

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