Atomi ultrafreddi, l’invisibilità non è più fantasia

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Di Redazione Metropolitan

La scienza è sempre stata una materia affascinante per diverse ragioni. Una di queste è sicuramente la sua capacità di rendere reale e dimostrabile qualcosa che al giudizio comune può sembrare assolutamente impossibile. Dal mantello di Harry Potter, all’Anello del potere custodito da Bilbo e da Frodo Baggins, il tema dell’invisibilità ha sempre risvegliato la fantasia di molti. In questo caso specifico un gruppo di scienziati si è occupato proprio di trovare risposta a questa domanda: si può davvero diventare invisibili?

Recentemente un certo grado di invisibilità è stato raggiunto grazie ai tentativi della Hyperstealth Biotechnology, casa produttrice canadese di uniformi militari mimetiche. Il materiale in questione ha risultati simili al mantello del famoso maghetto Harry e porta il nome di Quantum Stealth. Si tratta di un’illusione ottica data da principi fisici e scientifici. Il mantello sfrutta le leggi di riflessione e rifrazione della luce. In questo modo si creano punti in cui la luce non è più in grado di passare rendendo il corpo al di sotto del Quantum invisibile.

Photo credit- pearson.com

Superraffreddamento, ultracompressione e il problema della luce

Proprio sul problema della luce si basano gli studi di altri professionisti, ovvero gli studiosi del MIT, l’istituto di tecnologia del Massachussets. A quanto sembra quando gli atomi sono superraffreddati e ultracompressi, entra in gioco l’effetto Pauli e le particelle in questo modo hanno meno possibilità di disperdere la luce. Disperdere la luce è ciò che tutti gli atomi farebbero naturalmente.

Utilizzando una forma apposita e più semplificata del blocco di Pauli, la dispersione avviene in maniera sempre minore. Man mano che questi diventano sempre più compatti la loro visibilità diminuisce. In realtà il professor David Pritchard aveva già ipotizzato trent’anni prima il risultato di questo esperimento, il professore aveva considerato che, proprio grazie al blocco di Pauli avrebbe soppresso il modo in cui certi atomi noti come fermioni, diffondono la luce. Ora che il team ha osservato che il blocco di Pauli può effettivamente influenzare la capacità di un atomo di diffondere la luce, i fisici del MIT affermano che questa fondamentale conoscenza potrà essere utilizzata per lo sviluppo di innovativi materiali.

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Articolo a cura di Valeria Zagolin