Il governo israeliano ha dichiarato che sabato mattina un drone è stato lanciato verso la casa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Cesarea sabato. Non ci sarebbero vittime.
Né lui né la moglie erano in casa e non ci sono state vittime, ha dichiarato il suo portavoce in un comunicato.
Gli attacchi contro Israele arrivano mentre la guerra con gli Hezbollah libanesi si è intensificata nelle ultime settimane. Hezbollah ha dichiarato venerdì di voler lanciare una nuova fase di combattimenti, inviando più missili guidati e droni esplosivi verso Israele.
Secondo la testata saudita Al-Hadath, uno dei droni ha preso di mira la residenza privata del premier israeliano Benjamin Netanyahu, proprio a Cesarea. Il Times of Israel riferisce di post sui social network secondo cui l’edificio colpito a Cesarea sarebbe parte della casa di Netanyahu. Secondo una fonte dell’ufficio di Netanyahu citata da Al-Hadath, il premier non era a casa nel momento dell’esplosione del drone.
L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema di Teheran, ha dichiarato che l’uccisione di Sinwar non fermerà “l’Asse della resistenza” e che il movimento palestinese continuerà a esistere.
In una dichiarazione rilasciata oggi, Khamenei ha affermato che “la perdita di Sinwar è dolorosa per l’Asse della resistenza, ma questo fronte non ha mai cessato di avanzare con il martirio di figure importanti”. Khamenei ha aggiunto che “Hamas è vivo e continuerà a esserlo”. Nel mondo islamico, il concetto di martirio (shahid) rappresenta il sacrificio della vita per la fede o per la difesa della comunità, e conferisce grande onore spirituale e sociale a chi muore in tali circostanze. L’Asse della resistenza è un’alleanza informale composta da Iran, Hezbollah, gruppi militanti palestinesi come Hamas, e altri attori regionali, uniti dall’opposizione all’influenza degli Stati Uniti e di Israele in Medio Oriente.