Quattro presunti responsabili della strage al concerto di Mosca dello scorso venerdì sono stati portati in tribunale domenica, mentre la Russia celebrava un giorno di lutto nazionale per le vittime dell’attentato, salite a 139. Nell’attentato, avvenuto durante il concerto della band Picnic, a cui assistevano circa seimila spettatori, sono rimaste ferite almeno 180 persone.

I sospettati di nazionalità tagika – Dalerdzhon Mirzoyev, Saidakrami Murodali Rachabalizoda, Shamsidin Fariduni e Muhammadsobir Fayzov – sono apparsi in aula con evidenti segni di pestaggi sul viso, uno con una fasciatura approssimativa sull’orecchio destro, un altro in sedia a rotelle in stato di semi-incoscienza.

I quattro, arrestati 14 ore dopo la strage a Briansk, quattrocento chilometri a sud-est di Mosca, resteranno in custodia cautelare fino al 22 maggio. Tredi loro si sono dichiarati colpevoli, secondo quanto comunicato dalla Corte distrettuale di Basmanny sul social Telegram. Uno di loro avrebbe confermato durante gli interrogatori di avere commesso l’attentato dietro pagamento dell’equivalente di cinquemila euro.

Nel pomeriggio di lunedì le autorità giudiziarie russe hanno annunciato di aver messo agli arresti altri tre sospetti per l’attacco alla Crocus City Hall di Krasnogorsk, nella periferia nord di Mosca, portando il numero di sospettati in arresto a 14. Anche loro saranno detenuti fino al 22 maggio 2024. 

Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha dichiarato che l’indagine è ancora in corso, ma ha giurato che “i colpevoli saranno puniti, non meritano pietà”. Dmitry Medvedev, ex presidente e primo ministro russo, ne ha discusso sul suo canale Telegram: “Tutti mi chiedono. Cosa fare? Dovrebbero essere uccisi? È necessario. E sarà così. Ma è molto più importante uccidere tutte le persone coinvolte. Tutti. Chi ha pagato, chi ha simpatizzato, chi ha aiutato. Uccideteli tutti”, ha scritto. 

Nella serata di lunedì il presidente russo Vladimir Putin ha ammesso che gli attacchi di Mosca sono stati commessi dallo Stato islamico, come rivendicato dall’auto-proclamato Stato Islamico nel Khorasan (Isis-K), un gruppo affiliato all’Isis di base in Asia Centrale protagonista di diversi attentati negli ultimi dieci anni, e come suggeriscono sempre più prove

Ma il leader russo ha aggiunto che i funzionari non sanno “chi ha ordinato” di eseguire la strage. “Ci interessa sapere chi ne trae vantaggio”, ha detto Putin, insinuando ancora una volta un coinvolgimento dell’Ucraina, che secondo Mosca era pronta ad accogliere i terroristi alla frontiera – un’ipotesi bollata come “assurda” dai vertici di Kiev, vista la presenza lungo il confine di campi minati e di migliaia di soldati russi