Lo scorso lunedì, la Corte Suprema iraniana ha rifiutato di revisionare il processo che condanna Saba Kord Afshari a 24 anni di carcere. L’attivista iraniana è stata arrestata il 1 Giugno 2019 con l’accusa di «propaganda sovversiva» perché si rifiuta di indossare lo hijab, il velo che copre interamente il capo.

Il primo arresto dell’attivista risale alle proteste contro il regime a Teheran nel 2018, anno dell’inizio dell’epopea giudiziaria di Saba. 24 anni di carcere totali per accuse che variano da “incitamento e favoreggiamento della corruzione e della prostituzione” a “propaganda contro il sistema” , ad “associazione e collusione al fine di commettere crimini contro la sicurezza nazionale”. 

Dal web.

Rilasciata temporaneamente nel febbraio 2019, Saba torna a protestare, per tornare in carcere a Giugno. A Novembre 2019 la Corte Suprema riduce la pena a 19 anni, per poi ripristinarla a Maggio del 2020. 

Dal malfamato carcere femminile di Qarchak, le autorità trasferiscono Saba nell’istituto di Evin. Qui le vengono negate le cure mediche e non le viene permesso di beneficiare del provvedimento anti Covid-19 con cui l’Iran ha rilasciato migliaia di detenuti. 

Anche sua madre, Raheleh Ahmadi, è in carcere: condannata ad una pena di 4 anni. La donna ha sostenuto pubblicamente la figlia con un video in cui è a volto scoperto e dichiara il suo nome per rilasciare una testimonianza.  

Saba non è la sola attivista iraniana condannata

Oltre a Saba e a sua mamma, moltissime donne sono (o sono state) detenute per essersi mostrate senza velo o per aver sostenuto le proteste contro l’obbligo di indossarlo.

Tra loro ricordiamo Viva Movahed, diventata il simbolo della protesta che ha preso il nome di “Mercoledì bianco”. Ripresa in un video che ha fatto il giro del mondo mentre sventola il suo hijab bianco dall’alto di una cabina dell’elettricità.

Nasrin Sotoudeh, avvocata per i diritti umani e delle donne dell’Iran accusata di propaganda contro lo Stato e di essere apparsa in pubblico senza velo dopo aver difeso proprio Viva.

“Le ragazze di via della Rivoluzione”, 29 ragazze arrestate in un giorno solo per aver manifestato in piazza a Teheran a volto scoperto. La loro lotta ha fatto il giro dei social network. 

In Iran, la legge che obbliga le donne ad indossare l’hijab è entrata in vigore l’8 Marzo 1979. Da oltre 40 anni, quindi, alle donne iraniane è vietato mostrare il viso. Una situazione che dovrebbe far riflettere tutt* noi che negli scorsi mesi abbiamo sentito associare la negazione del diritto alla libertà ad una semplice mascherina anti-contagio.

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