Sofisticata, elegante, iconica. Vinse l’Oscar come miglior attrice alla sua prima interpretazione cinematografica e da quel momento molti importanti registi si inchinarono di fronte ad una composta, ma eccezionale bravura. Oggi si celebra l’anniversario della nascita di Audrey Hepburn, regina indiscussa del cinema degli anni ‘50 e ‘60 e modello che riecheggia di continuo nella memoria collettiva. Grazie al suo talento, prima da ballerina e poi d’attrice, seppe riscattarsi da un momento storico buio, quello governato dal regima nazista, per diventare una delle interpreti più apprezzate di tutti i tempi.
Estroversa di fronte alla telecamere, contrariamente a come si definiva nella vita reale. Occhi da cerbiatto, capelli raccolti in un toupet alto e porta sigarette che sfiora le labbra semichiuse: questa l’immagine onnisciente grazie alla quale le ultime generazioni continuano a conoscere Audrey Hepburn. Il film “Colazione da Tiffany” la rese popolare in tutto il mondo, seppur le pellicole che la incoronarono miglior attrice furono altre. Nel corso della sua vita seppe brillare sia di bravura che di altruismo, come testimonia l’impegno da ambasciatrice dell’UNICEF e i premi ricevuti per il lavoro umanitario negli anni che precedettero la sua scomparsa, avvenuta nel 1993 a soli 63 anni.
Audrey Hepburn: dalla Guerra al palcoscenico
Audrey Hepburn nacque il 4 maggio 1929 nel comune di Ixelles in Belgio da padre inglese e madre olandese di origini aristocratiche. Il padre lavorava per una compagnia d’assicurazione britannica e la bambina fu costretta così a vivere tra il suo Paese natio, i Paesi Bassi e il Regno Unito. Nel 1935 i genitori di Audrey divorziarono e il padre lasciò la famiglia per sostenere il partito nazista. Audrey e la mamma si trasferirono in Olanda a Arnhem, convinte di sfuggire ai bombardamenti tedeschi. Qui la giovane si iscrisse al conservatorio, dove studiò danza dal 1939 al 1945. Il giorno del suo sedicesimo compleanno i Paesi Bassi furono liberati e Audrey si trasferì prima a Amsterdam e poi a Londra per continuare a studiare.
Nella capitale inglese prese lezioni di danza da Marie Rembert, insegnante che la scoraggiò a continuare per via del suo fisico esile e poco in salute, conseguenza delle difficili condizioni in cui aveva vissuto durante la guerra. Si dedicò, così, alla recitazione e iniziò a prendere parte a diversi musical. Nel 1951, a seguito del successo ottenuto a Covent Garden, intraprese una tournée teatrale da protagonista nella commedia “Vacanze a Montecarlo“. Il 24 novembre approdò a Broadway, dove continuò a recitare per ben sei mesi e vinse il premio Theatre World Award. L’anno successivo decise di partecipare al provino per il film “Vacanze romane“, diretto dall’americano William Wyler. Il regista la trovò “incantevole” e il ruolo pensato per Elizabeth Taylor fu subito suo. Il suo primo ruolo importante nel mondo del cinema le regalò l’Oscar come miglior attrice.
Audrey Hepburn: l’ascesa di un’attrice promettente
Dopo il fortunato esordio recitò accanto a Humphrey Bogart nel film di Billy Wilder “Sabrina“. Sul set conobbe lo stilista Givenchy, che seppe esaltare la sua naturale eleganza, prendendosi cura di ogni dettaglio sartoriale. Grazie alla sua interpretazione ricevette la seconda nomination agli Oscar come miglior attrice, ma questa volta la statuetta andò a Grace Kelly. La sua carriera ebbe un rapido decollo e nel 1954 Mel Ferrer, che sarebbe diventato poi suo marito, la volle nel ruolo principale della piece teatrale “Ondine“. Il lavoro sul palcoscenico fu ripagato da un Golden Globe e un Tony Award. Nel 1957 Audrey ebbe la grande occasione di mostrare le sue doti da danzatrice nel film di Stanley Donen “Cenerentola a Parigi“, in cui ballò insieme a Fred Astaire.
Sempre nello stesso anno tornò a recitare diretta da Billy Wilder in “Arianna“, mentre nel 1959 stupì la critica con “La storia di una monaca“. Il film diretto da Fred Zinnermann ebbe un gran successo e Audrey fu nominata agli Oscar, vinse un BAFTA, un New York Film Critics Circle Awards, un David di Donatello e il premio come miglior attrice al Festival di San Sebastian. Allora la fama della Hepburn non ebbe più confini e nel 1961 arrivò “Colazione da Tiffany“, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Truman Capote. Le note di “Moon River” portarono più che bene e la Hepburn si ritrovò con un’altra nomination agli Oscar e con il secondo David di Donatello come miglior attrice straniera.
Audrey Hepburn: l’ultimo capitolo di una straordinaria carriera
A quello che ormai è un classico del cinema seguì “Sciarada” di Stanley Donen, regista con il quale lavorò anche nel 1967 in “Due per la strada“, pellicola per la quale fu nominata ai Golden Globe. Nello stesso anno partecipò alla kermesse anche per “Gli occhi della notte“, candidata come miglior attrice drammatica. Nel 1969 si sposò per la seconda volta con lo psichiatra italiano Andrea Dotti, da cui ebbe Luca. Fino al 1976 decise di dedicarsi alla famiglia, per poi ritornare accanto a Sean Connery in “Robin e Marian“. Nel 1981 fu protagonista nella commedia “...e tutti risero“, mentre l’ultima apparizione sul grande schermo avvenne nel film di Steven Spielberg “Always – Per sempre” nel 1988. Titolo che, casualmente, ben riassume il tempo in cui Audrey Hepburn continua a vivere per i fan, quello dell’eternità.
Marta Millauro
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