Il 17 gennaio del 1929 Braccio di Ferro, il celebre marinaio creato dal disegnatore statunitense Elzie Crisler Segar, debuttava nella striscia a fumetti Thimble Theatre rinominata, poi, Popeye. Un personaggio tanto forte quanto positivo che entrò, di diritto, nel cuore di numerose generazioni.
Ottantanove anni rappresentano l’età di un anziano. Nell’immaginario comune, se si pensa al raggiungimento di un simile traguardo, fantastichiamo su una lunga vita intensa disseminata di successi e obiettivi realizzati. Un’esistenza che, nel succedersi degli anni che la compongono, adempie anche al ruolo educativo per le nuove leve, ergendosi a modello di saggezza ed esempio da seguire. A quel bontempone di Braccio di Ferro è andata proprio così.
Quando questo caratteristico individuo compare, per la prima volta, nella striscia Thimble Theatre, subentra come comprimario a Castor Oyl (Dante Bertolio): protagonista, da una decade, della striscia a fumetti in cui prende vita. Questo ometto, dalla statura tozza e dal carattere autoritario e prepotente, è il fratello di Olivia Oyl: l’ allampanata ragazza dalla voce squillante che conquisterà il cuore del suo “Braccino”.
Il debutto ufficiale del forzuto lupo di mare si concretizza quando Castor, Il “Paulie” di Rocky Balboa versione inchiostro e colori, trova in lui un marinaio capace di accompagnarlo in un viaggio per l’Africa. Popeye, nome storico originale, è un tipo particolare e tutt’altro che mite. Guidato da un temperamento irascibile che lascia molto spazio all’esuberanza, Popeye conquista i lettori con la sua parlata colorita e lo spirito semplicistico che guida le sue azioni a combattere i nemici, tra una scazzottata e l’altra, al netto di una praticità spicciola e risolutiva.
“Betty Boop Meets Popeye the Sailor” è il corto animato che, nel ’33, determina l’esordio di Popeye sul grande schermo affiancato dalla celebre icona animata di quegli anni: Betty Boop. A partire da quel cameo, un avvicendarsi di serie animate ha iniziato a prendere piede. I fratelli Fleischer, Max e Dave, sono stati i fautori di questo adattamento per la Paramount Pictures per circa 25 anni.
Le trame che facevano da sfondo agli episodi animati furono appianate da esigenze diverse, meno pretenziose e polemiche, più fruibili ed appropriate ad un pubblico di ragazzini. A fare scalpore, acquisendo un’inaspettata notorietà e approvazione, fu l’arma speciale di cui si serviva l’eroe in divisa da marinaio per aumentare la sua straordinaria forza: gli spinaci.
Di generazione in generazione, nonostante i cambiamenti e le evoluzioni che ogni epoca storica ha subito, nell’archivio “gusti e preferenze” che ogni moccioso ha nel suo database, sicuramente il posto riservato alle verdure non vanta una reputazione da pole position. Vuoi per il colore, vuoi per la consistenza poco invitante, gli spinaci erano vittime dirette del trattamento classico da “Ma’, che schifo, non lo mangio”.
Il successo più nobile di Braccio di Ferro è stato, senza ombra di dubbio, il potere che ha conferito a questi temibili ortaggi, operando una latente opera di convincimento nei giovani spettatori che emulavano la sua forza invidiabile. Una statua a lui dedicata, a Crystal City in Texas, è il simbolo tangibile del successo che grazie a lui ottennero i coltivatori di spinaci, investiti da un incremento delle vendite.
Accanto alla figura del nostro eroe munito di pipa, diversi i personaggi che lo hanno affiancato nelle sue avventure. Oltre ad Olivia, la storica fidanzata, subentrano l’amico Poldo ( l’ingordo appassionato di hamburger), Bruto ( il corpulento e rozzo rivale in amore di Braccio di Ferro), Pisellino (figlio adottivo della coppia), Trinchetto (il padre donnaiolo e poco virtuoso del protagonista) e altri colorati e caratteristici elementi.
Nell’adeguamento ai periodi storici che si susseguivano, Braccio di Ferro ebbe anche un ruolo nella seconda guerra mondiale nel corto You’re a Sap, Mr. Jap, quando dai Fleischer la produzione passò ai Famous Studios. Il cartone, eliminato per anni accusato di caricature razziste, ricomparve solo nel 2008 in una raccolta di DVD a lui dedicata.
Nel 1980, il regista statunitense Robert Altman guidò le riprese del film, con attori in carne e ossa, dal titolo omonimo Popeye – Braccio di ferro. Ad interpretare le gesta del protagonista fu chiamato “nientepopodimenoche” un giovanissimo Robin Williams nel suo ruolo d’esordio cinematografico. Un’interpretazione ineccepibile e perfettamente in linea con lo spirito del marinaio. Da non dimenticare l’attrice interprete di Olivia, Shelley Duvall, la Wendy terrorizzata dello “Shining” di Kubrick.
Non è mancato un merchandising ineluttabile, tra pupazzi e videogiochi, diretto collaboratore di un successo senza tempo.
A noi, umilmente, non resta che congedarci: per cento pipe, auguri a te!
ALESSIA LIO