E’ il 2008. Un anno dalle profonde analogie con il tempo attuale. In Italia si inizia a fare i conti con la crisi economica. Seguiranno anni bui per il nostro paese. Una vera e propria mazzata di cui ancora oggi se ne vedono gli effetti. Mentre dal continente americano gira la notizia di un virus che tiene in allerta il mondo intero. Si tratta della “febbre suina”. Diventata, poi, pandemia nel 2009. Per fortuna noi non siamo attori protagonisti… Nel 2008, però, lo sport ci da tante soddisfazioni. Da Federica Pellegrini a Roberto Cammarelle, i Giochi di Pechino ci premiano con ben 8 medaglie d’oro. Le storie sportive che ci piacciono. In particolare quando si parte da outsiders. Quando il palmares ti da quasi sempre per spacciato. Il 2008 del basket italiano può raccontare la sua. Quando Avellino si fa spazio per entrare nella storia.
Avellino, non solo calcio…
Avellino vive per lo sport. Una città di 50.000 abitanti con un cuore diviso a metà. Il calcio raggiunge l’apice negli anni ’80. Quando in Irpinia la Serie A rimase per un decennio. Il Partenio fu teatro di giocatori come Ramon Diaz e Juary. Per dirne due. L’altro amore incondizionato riguarda quello per la palla a spicchi. Ad Avellino ha sede la Scandone. Fondata nel 1948, ma raggiunge l’A1 solo nel nuovo millennio. I primi anni di massima serie sono modesti. Avellino gioca per la salvezza e nel 2006 l’obiettivo non viene raggiunto. La squadra retrocede in LegaDue. Salvo, poi, venire ripescata per via del crac di Roseto.
Nel 2007 il presidente Cardillo lascia. Il club viene rilevato da Vincenzo Ercolino. Un facoltoso imprenditore edile dell’avellinese. Ercolino, coadiuvato dal figlio Luigi, costruisce un roster ambizioso. Al centro del progetto troviamo due americani. Marcus Green e Devin Smith. Il contorno, però, è di un certo valore. In panchina c’è Matteo Boniciolli. Coach triestino, in Irpinia dall’anno precedente. Al suo fianco siede Tonino Zorzi, in veste di senior assistant. La stagione 2007-2008, però, non parte a razzo. Avellino incappa in 3 k.o. consecutivi. Non il miglior biglietto da visita. Ma l’Air riesce comunque a rialzarsi. Il girone d’andata termina al quinto posto. Staccando, così, il pass per le Final Eight di Coppa Italia.
Avellino, buone le prime…
La location del torneo è il PalaMalaguti di Casalecchio. La casa della Virtus Bologna. Il primo avversario a porsi tra la Coppa e l’Air Avellino è la Premiata Montegranaro. Piazzatasi come seconda al termine della prima parte di regular season. La Scandone, però, non si fa intimorire. La squadra di Boniciolli si impossessa subito della gara con un parziale di 11-2. Montegranaro non ci sta. O forse è meglio dire Luca Vitali. Il play, ora in forza a Brescia, si carica la Sutor fino al -3. Ma Smith ed Eric Williams dicono basta. E il primo tempo si chiude sul +7 Avellino.
Alla ripresa Montegranaro ci prova con le penetrazioni di Mingard e ha l’opportunità di riaprire il match. Gli irpini regalano 4 liberi consecutivi. Ma sul -1, sale in cattedra Marques Green. 4/4 per lui. Garris tenta il tiro disperato, ma non c’è niente da fare. In semifinale ci va la Scandone di un Devin Smith, autore di 23 punti. La semifinale sarà, quindi, contro l’Angelico Biella. Una squadra giovane protagonista di un ottimo girone d’andata. I piemontesi nei quarti sono riusciti ad imporsi su Capo d’Orlando. Contro Avellino, però, le cose non vanno per il meglio. Vengono dominati dall’Air per 63 a 77. Gli uomini di Boniciolli ora devono solo sconfiggere la Virtus.
Un trionfo inaspettato
E’ il 10 febbraio 2008. La data fissata per l’incontro con la storia. La Virtus Bologna gioca in casa, ma tra gli spalti la cosa quasi non si nota. Da Avellino ne arrivano più di 2000. Il settore dedicato al tifo bianco-verde è un bel colpo d’occhio. La Scandone sprinta già dalla palla a due. Parziale di 2-12, impreziosito da 4 triple consecutive. La Virtus, però, non ci sta. Roberto Chiacig da la scossa ai suoi compagni e all’intervallo lungo l’Air è avanti solo di un punto. Preludio di un secondo tempo tutto da vivere. Infatti, la situazione si ribalta. Le V nere toccano +6. Allora coach Boniciolli chiama time-out. Sarà la svolta della partita.
L’ex Udine riorganizza la difesa. Un 1-3-1 che manda in tilt l’attacco virtussino. Williams mette un canestro da sotto e Smith spara la tripla del pareggio. Poi Bologna confonde febbraio con Natale. Fa un bel regalo alla Scandone. Spencer e Anderson spendono entrambi il loro quinto fallo. Dalla lunetta Avellino non perdona. L’Air guida di nuovo il match. Gli errori dall’arco di McGrath e Blizzard e la sontuosa palla recuperata di Marques Green nell’ultima azione, danno il titolo all’Air Avellino. Primo successo, e anche l’unico per il momento, del club irpino.
Boniciolli e l’edicola
Avellino fa, quindi, una vera e propria impresa. A testimoniarlo sono le parole di un incredulo Matteo Boniciolli:
E’ pazzesco. Alleno da 25 anni e mai mi sarei immaginato una cosa simile. Ora potrei smettere anche di allenare e aprire un’edicola in Finlandia”
Per fortuna non entrò in quel tipo di “business”. Nel 2008 viene votato come Miglior allenatore della Serie A. La stagione seguente avrebbe lasciato l’Irpinia per accasarsi proprio alla Virtus. Con le V nere conquista anche un’EuroChallenge. Poi vivrà pure un’esperienza vincente in Kazakistan.
L’Mvp della Coppa Italia è Devin Smith. L’anno dopo lascerà la Serie A per farsi un nome in Europa. Trova nel Maccabi Tel-Aviv il suo habitat ideale. Nel 2014 alzerà pure un’Eurolega. Marques Green è ,invece, il miglior assist-man del torneo. Anche lui proverà a imporsi nel Vecchio Continente. Andrà al Fener, per poi ritornare nella “sua” Avellino nel 2010 e di nuovo nel 2015. La stagione 2007-2008 termina, quindi, con un terzo posto in regular season. Ai play-off Avellino non va oltre la semifinale. Viene eliminata per mano della Lottomatica Roma. Conquista, però, la storica qualificazione in Eurolega. Grazie al successo sulla Capo d’Orlando del Poz.
Avellino 2008, niente è impossibile
Nel 2016 gli irpini sfiorano un altro successo in Coppa. A dire di no alla Scandone di Pino Sacripanti, questa volta è l’Olimpia Milano di Repesa. Si arriva così all’estate 2019. La società non presenta la domanda di iscrizione al campionato di Serie A. Il 16 luglio arriva l’ufficiale esclusione. Viene, quindi, ammessa alla Serie B. Un tracollo triste per una piazza del genere. Una squadra che nel 2008 ci ha insegnato, ancora una volta, che niente nello sport, come nella vita, è impossibile. La risalita del movimento sarà complessa, ma mi piace pensare che queste storie possano sempre insegnare qualcosa.
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