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Aztech Forgotten Gods Recensione, si poteva fare molto di più

Aztech Forgotten Gods è l’ultimo titolo sviluppato dalla software house messicana Lienzo, uscito lo scorso 9 marzo per PC, Nintendo Switch, Playstation 4 e 5, Xbox One e Series X/S.
Ho avuto la possibilità di provare la versione Nintendo Switch, parliamone insieme.

Aztech Forgotten Gods: trama in fretta e furia

Aztech Forgotten Gods ci porta a vestire i panni di Achtli, una giovane donna che vive in un universo in cui la civiltà azteca non è stata conquistata ma, grazie all’aiuto degli dei, è riuscita a diventare tecnologicamente molto avanzata.
Achtli entrerà in possesso del Custode della luce, un enorme braccio meccanico che riesce a incamerare in sé l’energia e con la quale dovrà sconfiggere vari colossi che invaderanno Tenochtitlan.
Durante questa sua avventura sarà accompagnata da Tez, un dio che entra nella sua psiche dopo aver assorbito l’energia del nucleo custodito nel Centro Archeologico della città.
La trama in sé e per sé non è nulla di particolarmente originale, il problema principale però è che necessitava decisamente di più spazio per venire raccontata.
A causa della corta durata di gioco, infatti, non vengono approfonditi svariati aspetti che si sarebbero potuti rivelare decisamente interessanti, come il rapporto fra Achtli e Tez, il rapporto con l’amico Tepo, ma anche il background stesso di Achtli che viene raccontato in maniera sbrigativa.
Ma ora parliamo proprio della nostra protagonista. Io ho trovato Achtli insopportabile dal primo minuto che l’ho vista in gioco. Achtli è infatti perseguitata dai sensi di colpa e tutto ciò viene giustificato da eventi passati che l’hanno segnata da piccola. Il problema è che l’insicurezza della protagonista è talmente tanto accentuata da risultare poco realistica, assumendosi lei le colpe anche di eventi in cui non c’entrava nulla. Insomma, ai miei occhi è risultato un personaggio pesante e anche un pizzico egocentrico.

aztech forgotten gods photo credit Federica Giorgi
Tez – Photo credit: Federica Giorgi

Aztech Forgotten Gods: gameplay e problemi vari

La trama sbrigativa di cui abbiamo parlato prima è accompagnata da un gameplay semplicissimo ma comunque pieno di problemi.
Come già detto prima, Achtli utilizzerà come arma il Custode di luce, questo guanto che le permette non solo di attaccare i nemici, ma anche di muoversi per la mappa come se fosse un jetpack.
Fin qui nulla di male, se non fosse che si attacca con un unico pulsante. I combattimenti risultano quindi uno spam continuo del tasto di attacco, senza bisogno di sviluppare nessuna tecnica particolare.
Peccato perché le idee di alcuni boss non erano male, ma nella realizzazione risulta tutto semplice e noioso a livelli estremi.
Ci sono poi altri problemi che invalidano il gameplay, primo fra tutti la telecamera. La telecamera è infatti gestita malissimo, spesso si compenetra con gli scenari o con i nemici stessi e non ci permette di gestire i movimenti di Achtli.
Altro problema infatti è che il nostro personaggio si compenetra con praticamente tutto ciò che le capita a tiro, mi è capitato più volte anche di finire sotto il mondo di gioco e di riuscire a risalire non si sa bene come.
Infine l’ultimo problema che voglio sottolineare è quello che riguarda le side-quests, se così si possono chiamare. Queste possono essere semplicemente dei collezionabili sparsi per la mappa oppure dei combattimenti che sono lì assolutamente senza motivo. Avrei preferito ci fosse almeno un pretesto per lo scontro con i nemici, un piccolo incipit di missione anche molto semplice, per avere un motivo per voler combattere sempre gli stessi nemici che sconfiggo premendo tre volte il tasto Y.

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Gameplay – Photo credit: Federica Giorgi

Aztech Forgotten Gods: difetti grafici

Aztech Forgotten Gods ha sicuramente un setting ammirevole. Peccato che graficamente questo non sia stato valorizzato. La Tenochtitlan del futuro è infatti rappresentata come una serie di palazzoni tutti uguali, due segnaletiche luminose e qualche macchina volante. Nulla di entusiasmante, insomma.
Senza contare che a livello grafico pare di avere davanti un gioco PS2, con le texture dei vestiti sfocate e appiccicate sui personaggi e le animazioni brutte e continuamente ripetute.
Per non parlare delle espressioni dei personaggi, che sono sempre le stesse e sono esagerate in confronto all’emozione che dovrebbero provare.
Insomma, credo che la grafica di questo titolo ci faccia capire perché a volte “less is more“, dato che facendo magari un mondo di gioco un po’ più piccolo e concentrandosi un tantino di più su altre caratteristiche, si sarebbe potuto sviluppare un titolo carino quanto meno dal punto di vista grafico.

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Un bambino scomparso in un palazzo che ci parla – Photo credit: Federica Giorgi

Aztech Forgotten Gods: grandi idee, pessimo risultato

Aztech Forgotten Gods è stato sicuramente un progetto ambizioso che purtroppo è mal riuscito.
Trama sbrigativa, grafica non all’altezza di tanti altri titoli che sono usciti in questo periodo, gameplay tanto semplice da risultare quasi una presa in giro.
Un grande peccato dato che giocando ho avuto più volte la sensazione che l’idea di base fosse molto buona ma, forse per fretta, forse per mancanza di fondi, non è stata sviluppata nel modo adeguato.
Non me la sento di dargli una sufficienza, ma non voglio comunque scendere troppo in basso perché desidero premiare l’idea alla base.

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Aztech Forgotten Gods – Photo credit: Federica Giorgi

AZTECH FORGOTTEN GODS RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH

+ Idea alla base molto carina
+ Alcune meccaniche boss quasi originali
+ Buona idea la personalizzazione del personaggio, seppur molto semplice

-Grafica non al passo con i tempi
-Trama sbrigativa e protagonista poco carismatica
-Telecamera problematica
-Vari problemi a livello di gameplay

VOTO: 5

Federica Giorgi

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