“Banana Joe” stasera in tv, quando Vanzina si faceva chiamare Steno

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Di Federica De Candia

Steno è il regista del film del 1982, “Banana Joe“, stasera in tv. Il papà di Carlo ed Enrico, famosi per le vacanze della serie Vanzina, i cinepanettoni puntuali a Dicembre come il calendario dell’avvento. La commedia all’italiana che ha rubato la scena ai vari Fantozzi, con una risata più chic e patinata. Il capostipite della famiglia Vanzina disse un giorno: “I miei film ‘commerciali’ li firmo con Steno; quelli per cui mi impegno li firmo Vanzina“. Il regista di “Febbre da cavallo“, oscar della cialtroneria romana e dell’arte d’arrangiarsi, ha fatto un’altra ‘mandrakata’, ideando i famosi film di ‘Piedone‘ con Bud Spencer. Ma che sia sbirro, o commerciante di banane in sud-america, il monumentale attore è tenero, dagli occhi buoni. In un doppio contorno di morbida dolcezza, che nessun pugno o cazzotto renderà indigesta.

Il mondo di Banana Joe (Bud Spencer), che all’anagrafe non esiste, comincia e finisce sulla sua barca. Lungo il fiume, in una località sperduta della Colombia, il vaporetto ornato da banane in ogni luogo, avanza cadenzato e placido per rifornire di materie prime gli indigeni, suoi protetti. Nulla sarebbe lo stesso, se non fosse per quella sigla, la colonna sonora che tutti abbiamo in testa. Senza avere precisamente idea di come e quando vi sia entrata. Inutile raccontarla, la conosciamo tutti. Firmata dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, è cantata con i toni caldi e il fascino caraibico che ti stende, da Olimpio Petrossi. L’uomo è la voce del mangianastri, di tutte le canzoni dei cartoni animati. Da Mazinger a Lupin, stavolta si è trasformato in un Bob Marley, percussioni e mandolino.

Banana Joe, film con Bud Spencer- Colonna sonora- Da YouTube

Banana Bud…

Si fa il bagno vestito, le banane sono le uniche banconote, e non conosce neanche la tv, Banana Joe. Mastodontico troneggia, ed è un colpo d’occhio tra il giallo delle banane, mentre lo zatterone avanza sulle acque spinto dalle note del brano. “Tu tienes, ¡oh Banana nana Joe!“. Come avessimo un gonnellino rotante di paglia, tutti possiamo cantarla. “Cena tarde con la luna, tenue el fuego le acompaña“. Basta poco, e i Caraibi sono dentro di noi. Nella scena ambientata al night, si sente in sottofondo “Brotherly Love“, degli Oliver Onions, nome d’arte e di battaglia sempre dei compositori De Angelis. Il brano fa parte del film “Pari e dispari“, con Bud e Terence. Ritmato e un po’ cowboy anni ’70, vecchia gloria del vinile, quando la musica si girava in una mano, tra lato A e lato B.

Ingenuo, lontano dalla civiltà, adottato dai locali, l’uomo bianco portatore di ogni bene, dovrà scontrarsi con l’avido boss Torsillo, intenzionato a controllare il mercato della frutta. Pur di ottenere una regolare licenza, indispensabile per il prosieguo della propria attività, Bud, signor Banana, affronta gli uffici burocratici. Bananiero senza documento, contrabbandiere ma solo con onestà. Ricorda il famoso furto di Johnny Stecchino, nel film di Benigni: “se vai a Palermo, non toccare le banane!”.

Banana joe, trailer- Video da YouTube

Le banane centrano sempre

“Be’ ad Amantido non ce ne sono mica tante di ragazze come quella…con le calze!” L’occhio di Banana vede lungo anche nella Repubblica colombiana. In “Banana Joe” stasera in tv, Steno pensa che l’antidoto a schiaffi e sberle sonore, sia la coppia Bud Spencer e un bambino di colore. Il gigante buono che si scioglie in dolcezza con un piccolo essere, reso ancora più piccolo tra le sue braccia. “Quante banane mi verrebbe a costare una scuola?”. La generosità di Joe è quasi compassionevole, c’è la malinconia dell’italiano che guarda i paesi stranieri arretrati. Un fondo di velata tristezza che le risate non coprono.

“Lasciami guidare.. che ci vuole, basta schiacciare il pedale”. Alla guida di un camion, spericolato senza remore. Ma è così che si cambia il mondo. Impavidi, con la sola forza dei sentimenti. Bud in inglese significa “bocciolo”. E, ne rafforza l’idea della fragilità, quella sua voce profonda ma quasi timida, cavernosa ma cara. Steno, sembra aver intuito tutte queste divergenze, contrarietà, e ne fa la forza del film. Un ladro per amore che vuol diventare ministro delle finanze; un corpulento, sempre primo se c’è una rissa, che difende i fragili. Spilungone, sbrigativo, di poche parole ma educato, Bud e il suo piccolo; l’unico momento in cui le mani sfiorarono carezze.

Federica De Candia. Seguici su MMI e Metropolitan Cinema!